Per produrre una trentina di bottiglie di "Barolo", basta un "wine kit" - un cubo di cartone contenente cinque buste di polverina – e una ventina di giorni di pazienza. Un'aberrazione alimentare tra le tante ammesse dall'Unione europea e denunciate dalla Coldiretti nel corso di una recente iniziativa a Bruxelles.
La potente associazione di categoria italiana, racconta La Stampa, ha esposto in un albergo della capitale europea diverse di queste aberrazioni per rivelare al pubblico la quantità di prodotti che poco o nulla hanno a che fare con il nome riportato sull'etichetta. Oltre al vino in polvere, si trovano così "vini" fatti con mele, mirtilli e fragole, formaggi senza latte, succhi d'arancia senza arance o polli di dubbia provenienza.
A imporre questi prodotti sono le grandi industrie agroalimentari dei paesi del Nord – Germania, Francia, paesi scandinavi – che hanno una lunga esperienza di lobbismo presso le istituzioni comunitarie e riescono a far prevalere i loro interessi. Ai paesi mediterranei che, come l'Italia, non dispongono di simili risorse né di una cultura politica adeguata, non rimane che sollecitare la vigilanza dei consumatori.
ROMANIA
Agricoltori indifesi
"Non c'è un solo specialsta in agronomia tra i candidati alle elezioni europee", afferma România libera, che denuncia "la decapitazione dell'agricoltura romena al Parlamento europeo". Un'amara costatazione, commenta il giornale, per un paese che rappresenta la terza superficie agricola dell'Unione, e che infila nelle liste elettorali dei professori, dei meccanici e degli analisti politici, ma nessun agronomo, eccezion fatta per un candidato del partito ungherese Udmr, in trentanovesima posizione sulla sua lista.
"Eppure l'agricoltura ha un'importanza strategica in Europa e le regole in materia le detta Bruxelles, non le capitali nazionali", ricorda il quotidiano. "Oltre l'80 per cento delle decisioni che influenzano l'agricoltura romena provengono dall'Unione". La posta in gioco è tanto più importante che l'anno prossimo l'Unione deve approvare il bilancio per il 2013-2018 "e i grandi paesi del centro-nord chiederanno sicuramente la riduzione delle sovvenzioni agricole. Nel frattempo, il contadino romeno pregherà il signore per un po' di pioggia e di soldi, mentre le sovvenzioni, in mancanza di decisioni a Bucarest, rimarranno nei computer di Bruxelles".