Tolosa, 21 marzo. Dei poliziotti del Raid, le forze speciali, davanti al palazzo dove si è asseragliato il presunto killer, Mohamed Merah.

La minaccia di Al Qaeda non è finita

Il presunto responsabile degli omicidi di Tolosa ha affermato di essere membro dell’organizzazione islamista. Nonostante l’uccisione di Osama Bin Laden, le cellule sparse in Europa costituiscono ancora un pericolo mortale.

Pubblicato il 21 Marzo 2012 alle 14:07
Tolosa, 21 marzo. Dei poliziotti del Raid, le forze speciali, davanti al palazzo dove si è asseragliato il presunto killer, Mohamed Merah.

Secondo le informazioni raccolte mercoledì 11 marzo dal ministro dell’interno Claude Guéant, l’uomo sospettato [Mohamed Merah] di aver ucciso sette persone a Tolosa e Montauban nell'arco di dieci giorni avrebbe dichiarato di appartenere ad Al Qaeda. “Afferma di essere un mujahidin, di far parte di Al-Qaeda, di aver voluto vendicare i bambini palestinesi e di aver attaccato l'esercito francese” a causa dei suoi interventi all'estero, ha dichiarato Guéant. Le forze speciali della polizia francese stanno negoziando la resa dell’uomo di 24 anni, asserragliato in un appartamento di Tolosa.

Del sospetto sappiamo ciò che ci hanno detto gli inquirenti: è francese, la sua famiglia è originaria del Maghreb, si è recato in Pakistan e Afghanistan ed è “legato a persone che si richiamano al salafismo e al jihadismo”, ha spiegato Guéant.

Il profilo è ben noto ai servizi segreti. Dopo gli attentati degli anni novanta in Francia e quello alle torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001, i servizi hanno imparato a riconoscere i segnali della deriva jihadista tra i giovani dei quartieri abitati dagli immigrati e nelle moschee più radicali. Gli agenti sorvegliano da tempo gli individui più sospetti, in modo particolare quelli che hanno visitato le zone di guerra alla frontiera pakistano-afgana.

I servizi antiterrorismo francesi, che possono contare su una legislazione particolarmente dura che permette loro di sorvegliare a tempo indeterminato i sospetti, sono famosi per la loro efficacia. La Francia non subisce attentati terroristici sul suo territorio dal 1997, mentre altri paesi hanno vissuto grandi tragedie in tempi più recenti: gli Stati Uniti nel 2001, la Spagna nel 2004 e il Regno Unito nel 2005.

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D’altra parte i francesi sono stati più vulnerabili all’estero, particolarmente dopo l’emergere di Aqmi, Al Qaeda nel Maghreb islamico, che opera nei paesi del Sahel. L’impegno militare della Francia in molte zone di conflitto (in modo particolare in Afghanistan) e la sua diversità etnica e religiosa - è il paese dell’Ue che ospita la più grande comunità musulmana e la più forte comunità ebraica - la rendono un obiettivo prediletto di Al-Qaeda.

Nonostante la morte di Bin Laden nel maggio del 2011 e la cattura di molti leader del movimento da parte delle forze statunitensi, l’organizzazione terroristica è ancora una minaccia sotto forma di una rete sempre più ampia di gruppuscoli sparsi in tutto il mondo.

Cosa vogliono i jihadisti? Vogliono impedire alla Francia di essere la Francia e all’Europa di essere l’Europa, nella loro diversità e nella loro tradizione di tolleranza. Non possiamo negare che dal 2001 entrambe queste qualità sono state messe a dura prova. Oggi, se le prime informazioni saranno confermate, l’errore peggiore sarebbe quello di cedere alla pressione del dolore e della minaccia.

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