Le istituzioni funzionano come forze d’inerzia, che seguono sempre il medesimo iter. Ciò genera fiducia nei risultati del loro operato. Dal canto loro, esse detestano l’incertezza e mal si adattano ai cambiamenti. Spesso ciò provoca dibattiti e discussioni sulla loro ragion d’essere. A che cosa servono, per la precisione? Questa domanda se l’è posta anche Jürgen Stark, che il 19 settembre si è dimesso dalle sue mansioni di capo economista della Banca centrale europea.
[…] **Questo articolo è stato ritirato su richiesta del titolare del copyright.** (traduzione di Anna Bissanti)
La sentenza di Karlsruhe
Addio agli eurobond?
La notizia è stata praticamente ignorata dai commentatori, ma la sentenza emessa la scorsa settimana dalla Corte costituzionale tedesca potrebbe aver sbattuto la porta in faccia all'idea di creare delle obbligazioni europee per risolvere la crisi del debito.
"Il verdetto della corte non lascia spazio ad alcun dubbio, e [gli eurobond] devono essere ritenuti incostituzionali", scrive Wolfgang Munchau sul Financial Times. I giudici di Karlsruhe hanno decretato che "il governo tedesco non deve accettare alcun meccanismo permanente (l'Efsf, Meccanismo europeo di stabilità finanziaria, è temporaneo) se prevede una responsabilità permanente nei confronti di altri paesi, se tali responsabilità sono di grande portata o incalcolabili, se i governi stranieri, attraverso le loro azioni, possono innescare il pagamento di garanzie".
"Un eurobond è chiaramente un meccanismo permanente che implica una perdita di controllo a tempo indeterminato. Inoltre la portata [delle obbligazioni europee] sarà con ogni probabilità sostanziosa", sottolinea Munchau. Per questo motivo, anche se i politici tedeschi aprono all'idea della creazione degli eurobond, il progetto potrebbe non vedere mai la luce del sole.