Gerry Adams, leader del partito nazionalista nordirlandese Sinn Féin, ha rimesso la riunificazione irlandese sulla sua agenda. In un discorso a Westminster, Adams ha argomentato che mentre gli unionisti nordirlandesi (favorevoli al legame con la Gran Bretagna) costituiscono solo il 2 per cento della popolazione britannica e sono relegati nell'ombra, in un'Irlanda unita rappresenterebbero il 20 per cento dell'elettorato e potrebbero "esercitare un potere politico effettivo".
Non stupisce che l'argomento non abbia conquistato molti consensi. L'ex paramilitare unionista Davy Adams ha affermato che l'impegno del Sinn Féin per la riunificazione terrà " gli unionisti in costante agitazione", rispolverando lo spettro di un ritorno dei "troubles" a cui gli accordi di Venerdì santo avevano messo fine. la verità, ribatte Adams sull'Irish Times, è che gli unionisti nordirlandesi "sono stati abbandonati dai potenti". Ben lungi dall'essere settario, sostiene Adams, il Sinn Féin "sta facendo del suo meglio per lavorare con gli abitanti dei quartieri unionisti".