È stato un "esordio senza complessi d'inferiorità", titola La Stampa. Entrato in carica il 29 aprile, Letta ha incontrato la vancelliera tedesca Angela Merkel il 30 aprile e il presidente francese François Hollande e quello della Commissione europea José Manuel Barroso il 1 maggio.
"A Berlino e a Parigi, dove oramai si decidono i destini dell’Italia più di quanto non credano tanti italiani, Letta doveva farsi conoscere". Nonostante la giovane età, il 46enne Letta "in poche ore si è calato nei panni del capo di governo". Ma la fiducia dell'Europa non sarà facile da conquistare, scrive Mario Deaglio nel suo editoriale:
La fiducia dell’Unione Europea deve essere ottenuta in un momento molto difficile, ossia proprio quando i rapporti politici all’interno dell’Europa sono eccezionalmente perturbati a causa dei contrasti sempre più duri tra Francia e Germania. [Questi incontri] sono destinati a essere i primi di una lunga serie in cui toccherà all’Italia di sollevare il problema del difficile – se non impossibile - equilibrio tra austerità e ripresa. […] L’Italia cercherà con forza di ottenere quanto è stato garantito a Spagna, Portogallo e Irlanda, ossia uno slittamento di due anni dell’obiettivo del pareggio del bilancio pubblico, ora fissato a fine 2013. […] Oggi l’Italia si trova in una situazione assurda: nel 2012 il Paese ha contribuito in maniera cospicua al Meccanismo Europeo di Stabilità, che ha lo scopo di salvare le economie di altri Paesi, a cominciare dalla Grecia. Le viene però, di fatto, impedito di spendere anche un solo miliardo per rilanciare l’economia italiana.
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Secondo Il Sole-24 Ore questo tour immediato è stata "una buona idea", sia per "per sottolineare una presenza più politica dell'Italia sulla scena continentale. Ma anche la via più sicura per consolidarsi rispetto alle frizioni domestiche". Letta
ha messo le carte in tavola, riproponendo l'obiettivo da tempo dismesso dell'Europa politica. Ora la cancelliera sa che in Italia il tono della musica è cambiato e che l'obiettivo della nuova maggioranza è quello di riappropriarsi dell'ideale europeista in una chiave di sviluppo economico. […] Il 25 per cento a Grillo è una campana che non suona solo per gli italiani: anche a Berlino, se non sono sordi, l'hanno intesa. Come dire che la minaccia del populismo disgregatore dell'Europa riguarda tutti. E va contrastata anche ricostruendo l'antico, tradizionale asse italo-tedesco.
Il tedesco Die Zeit definisce Letta un “brillante ragazzo” che subentra all’“allegro ammaliatore” Berlusconi e al “cortese professore” Monti.
Letta vuole instaurare un rapporto di fiducia con la cancelliera tedesca. Dato che i rapporti con la Germania sono di importanza decisiva per il suo governo, [...] Letta ha bisogno di una forte legittimità da tutti i partiti di tutta Europa. Senza di essa, infatti, cadrebbe vittima dei capricci dei suoi partner di governo.
Der Standard definisce “decisamente esagerata” l’ipotesi di un’alleanza con il presidente francese François Hollande per “aspirare a un allentamento del patto di stabilità e […] degli obiettivi di bilancio”. Secondo il quotidiano austriaco
I paesi come l’Italia e la Francia, tra coloro che criticano a voce più alta le politiche di austerity, sono lontani dall’aver esplorato tutte le modalità idonee a ridurre il deficit. Anzi, l’anno scorso il governo francese ha abbassato l’età del pensionamento […] portandola da 62 a 60 anni, […] e il governo di Roma sotto le forti le pressioni del “Cavalier” Silvio Berlusconi ha dato il via allo smantellamento delle riforme approvate dal governo precedente.
Ma più che una visita ufficiale, quello di Letta a Berlino è sembrato un “pio pellegrinaggio”, scrive Alfonso Rojo su Abc:
Pellegrinaggio perché si tratta di un viaggio obbligato, alla ricerca della salvezza. Pio perché sembra quasi che i leader europei si prostrino in ginocchio al cospetto di Angela Merkel. […] Dopo l’incontro con la cancelliera e la conferenza stampa che è seguita, Letta non è parso altrettanto fiero. […] Merkel ha ripetuto lo slogan che l’Europa “deve uscire dalla crisi più forte di quando è iniziata” e tutti hanno sorriso, anche se la cosa è diventata palese: Enrico Letta, come Hollande e Rajoy, ha capito benissimo chi comanda davvero nell’Ue”.