Quando gliene chiediamo un grammo, subito ce ne propone cinque. Cinque grammi di “crystal” per 200 euro. Il giovane asiatico, sui 16 anni, con il cappellino ben calcato in testa, sta a una bancarella piena di jeans e magliette a Cheb, nella Boemia occidentale. “Tedeschi, vero? Seguitemi, ne ho molta di più”.
In un gigantesco parcheggio adiacente a un centro commerciale si trova uno di quei mercatini denominati “vietnamiti”: proliferano alla frontiera ceca e vendono abiti, calzature e sigarette. Ma questo pomeriggio i banchi allineati sono del tutto deserti. I commercianti si girano i pollici. È evidente che gli articoli contraffatti che imitano le marche interessano ben poco gli avventori. Al contrario, la richiesta di una certa sostanza stupefacente illegale in Germania è sempre alta.
[…] **Questo articolo è stato ritirato su richiesta del titolare del copyright.**
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >