Dubbi sull’abbandono del nucleare

Pubblicato il 10 Marzo 2011

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"Il Belgio non dovrebbe abbandonare l'energia nucleare": De Standaard riassume il consiglio formulato dall'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) in un rapporto sul Belgio pubblicato il 9 marzo. Secondo la Iea, organizzazione dipendente dall'Ocse, "il Belgio dovrebbe riconsiderare l'uscita dal nucleare", tanto più che non esiste "una strategia chiara in grado di rispondere alle sfide future, come la sicurezza energetica e il riscaldamento climatico". Nel 2003 il governo belga ha deciso di chiudere tutte le centrali nucleari entro il 2025. Attualmente però, ricorda Le Soir, il 55 per cento dell'elettricità e il 20 per cento dell'energia consumata in Belgio proviene dalle centrali atomiche. L'uscita dal nucleare "aggraverebbe lo squilibrio e porterebbe a un'impennata dei prezzi" dell'elettricità. Secondo l'Aie "l'efficacia della politica energetica belga è limitata dalla sovrapposizione di responsabilità tra il governo federali e quelli regionali", ragion per cui i leader politici dovrebbero "abbandonare le discussioni ideologiche" sull'energia e adottare provvedimenti durevoli.

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

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