Dietro la decisione di Roberta Metsola di visitare Israele appena qualche giorno dopo l’attacco del 7 ottobre perpetrato da Hamas vi era la volontà di mostrare supporto alla parte lesa. Ma nel momento in cui il paese ha deciso di rispondere dispiegando il suo esercito, la presidente del parlamento europeo si è resa conto che quella visita le avrebbe creato problemi, in particolare a Malta.
“Invece che sfruttare la sua posizione per fermare la spirale di morte e spingere per una soluzione pacifica, [Metsola] ha preferito cogliere l’occasione per farsi pubblicità,” ha rimproverato il primo ministro di Malta Robert Abela.
I continui richiami di Metsola a Israele affinché le azioni militari a Gaza vengano condotte nel rispetto del diritto internazionale e umanitario non hanno avuto alcun effetto nel placare le critiche mosse dai membri del Partito Laburista (PN) maltese, che si ostinano a etichettarla come colei che “permette un genocidio”.
Non deve sorprendere che il partito di maggioranza abbia messo Metsola sotto tiro, considerando che a breve si terranno le elezioni europee. Sono consapevoli che è lei, volto a livello europeo del Partito Nazionalista, l’unica ad essere d’intralcio per un ulteriore trionfo dei laburisti.
La popolarità di Metsola mette in ombra quella del suo partito e, più si avvicinano le elezioni per il parlamento europeo, più diventa certa la vittoria schiacciante dei laburisti: l’unico nodo da sciogliere resta quello del margine con cui trionferanno.
L’ultimo sondaggio realizzato dal quotidiano Times of Malta mostrava il Partito Laburista in vantaggio del 13 per cento: un dato notevole per un’entità politica che dal 2008 ha vinto ogni elezione indetta nell’isola.
Il PN, invece, nonostante abbia avuto quattro leader in undici anni, fatica a scrollarsi di dosso l’immagine di un partito privo di ambizioni e aspirazioni. Un altro disastroso insuccesso porterebbe all’uscita di scena di chi lo guida, Bernard Grech [nessun legame di parentela con l’autore]. Se ciò accadesse, si aprirebbero le porte per l’ascesa di Metsola, ampiamente considerata la naturale erede e vista come l’unica chance per contendersi il potere con i socialisti.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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