Erdoğan fa un piccolo passo verso la democrazia

Pubblicato il 1 Ottobre 2013

Il 30 settembre il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan ha presentato un programma di riforme per concedere più diritti alle minoranze. Il “pacchetto democrazia” prevede tra le altre cose la cancellazione parziale del divieto di portare il velo nei luoghi pubblici, l’innalzamento al 10 per cento della soglia di sbarramento elettorale, la soppressione del giuramento scolastico e l’autorizzazione all’uso della lingua curda nelle scuole private. 
Con queste misure, sottolinea il quotidiano filogovernativo Star

la Turchia esce da un sistema in cui alcuni potenti esercitavano la tutela sull’intera società e che si basava sulla paura. […] Il pacchetto mostra la volontà di superare concetti improntati alla negazione e all’assimilazione. Lo dimostrano l’autorizzazione all’insegnamento della lingua curda – per quanto limitata alle scuole private – e la soppressione del giuramento patriottico e nazionalista nella scuola primaria. 
Secondo Özgür Gündem, invece, i provvedimenti che riguardano la questione curda “fanno soltanto ridere”. Il quotidiano evidenzia l’assenza di proposte sul rafforzamento dei poteri locali e si rammarica del fatto che nessun prigioniero politico verrà liberato e che il sistema dei “protettori dei villaggi”, milizie curde al servizio del governo, non sia stato soppresso.
Radikal nota infine che lo status concesso ai curdi è simile a quello di altre minoranze riconosciute (greci, armeni ed ebrei) ma critica il fatto che
in questo pacchetto non c’è nessun riferimento alle pesanti violazioni dei diritti fondamentali (derivate da una concezione allargata del concetto di terrorismo) di cui sono stati vittime migliaia di curdi.

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