La Germania non ha capito la dimensione storica della crisi in Europa, avvertono lo storico britannico Niall Ferguson e l’economista statunitense Nouriel Roubini. In un articolo pubblicato dallo Spiegel e dal Financial Times, i due accademici ricordano che nel 1933 è stata proprio una crisi bancaria a provocare la caduta dei sistemi democratici in Europa, e chiedono misure concrete per evitare l’affondamento dell’Ue.
Più diventa probabile l’uscita della Grecia dall’unione monetaria, più la aumenterà la pressione sulle banche spagnole, minacciando di innescare una bank-run [corsa ai depositi] talmente grave da far vacillare la Bce. Già adesso è in corso una rinazionalizzaizone importante nel sistema finanziario europeo. Questo processo potrebbe spingere l’Unione europea verso la completa disintegrazione.
Ferguson e Roubini non vedono alternative alla condivisione delle responsabilità per l’ammortamento del debito attraverso la creazione di un fondo temporaneo, e propongono crediti diretti per ricapitalizzare le banche. I due studiosi sono convinti che prima di tutto la Germania dovrebbe accettare un tasso d’inflazione più alto e rinunciare al rigore:
Perché ciò accada bisogna rilanciare la crescita nell’eurozona e rinunciare a una politica di austerity esagerata. La Bce deve ammorbidire la sua politica monetaria, l’euro deve indebolirsi ed è necessario mettere in atto incentivi fiscali. Abbiamo bisogno di programmi infrastrutturali e di un aumento dei salari nei paesi chiave per stimolare i consumi.
Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta