“Grazie per aver fatto parte di quest’avventura... lunga vita alla Georgia!”, ha postato Bushmala sui social, in un ultimo saluto ai clienti. Dopo aver vinto uno show culinario, un fratello e una sorella hanno deciso di aprire un fast food in via Simon Chikovani, a Tbilisi.
Il nome, così come l’idea, sono ispirati ai loro ricordi d’infanzia: “L’albero Bushmala (albero di nespole), cresceva nel nostro giardino a Zestaponi. Quando la nonna era arrabbiata con noi, ci arrampicavamo e giocavamo sui suoi rami, ci affacciavamo sulla strada, giocavamo a lanciarci frutta. L’idea del nostro menù viene proprio dal gusto di quei frutti, che abbiamo poi modernizzato”, ci ha raccontato Nodar Turashvili, cofondatore di Bushmala.
Oltre a tre membri della famiglia, altri tre impiegati lavoravano nel fast food. Nodar ci ha spiegato che l’attività stava andando bene, era in continua crescita. “Alla fine di novembre, le entrate avevano cominciato a pareggiare le spese. Pensavamo che in seguito avremmo generato profitti, ci avevamo lavorato per un anno e mezzo, investendo tutte le nostre risorse nell’attività. Invece, a partire da dicembre, tutto ha comincato a rallentare drasticamente, con una riduzione degli incassi di sette volte. Siamo stati costretti a valutare se fosse il caso di continuare, accumulando debiti, o di chiudere. Davanti a un futuro piuttosto incerto, abbiamo preferito non rischiare di contrarre debiti in condizioni così precarie”.
La decisione finale si è rivelata piuttosto toccante per l’intera squadra. “Ci piangeva il cuore pensando alla chiusura dell’attività, ma speravamo che avrebbe coinciso con un miglioramento della situazione del paese. Alla base di Bushmala c’era l’idea di un’attività familiare tradizionale georgiana, che propone sapori autentici, ma se smettiamo di pensare alla Georgia, l’idea stessa perde di significato” ci ha detto Nodar.
I cofondatori di Bushmala non azzardano previsioni. Tuttavia, Nodar ci ha raccontato dei messaggi di incoraggiamento che lui e la famiglia avevano ricevuto: “Ci scrivevano molti clienti, chiedendoci di quanti ordini giornalieri avremmo avuto bisogno per non chiudere. Ciò che conta è che siamo riusciti ad aprire i nostri cuori a molta gente, che fino a quel momento neppure conoscevamo. Al momento è impossibile stabilire ciò che succederà, anche se pensiamo solo a domani. Ma non perdiamo la speranza e crediamo fermamente che un giorno torneremo a ciò che eravamo”.
Bushmala non è stata l’unica attività a chiudere nel novembre 2024. La Restaurant Association, che elenca 650 attività di ristorazione o del settore alimentare in Georgia, fa riferimento a una crisi per l’intero settore. Shota Burjanadze, fondatore dell’associazione, ha spiegato: “È difficile parlare di numeri, ma ogni giorno ci viene comunicato che un ristorante sta per chiudere, o che viene messo in affitto o in vendita”.
Burjanadze sostiene che il settore horeca [hotellerie-restaurant-café, settore dell’industria alberghiera] sia stato colpito negativamente dalla mancanza di clienti locali, così come dalla diminuzione dei turisti.
“Tra il 2023 e il 2024 il settore horeca accusava spesso carenza di personale; quindi, eravamo sempre alla ricerca di persone da impiegare. Adesso la situazione si è rovesciata: ci sono più persone alla ricerca di un impiego rispetto a quante ne sono necessarie. La domanda di lavoro supera l’offerta”, ci ha riferito Shota Burjanadze.
Secondo il fondatore della Restaurant Association, a chiudere sono soprattutto i piccoli ristoranti, ma, in qualche caso, neanche quelli grandi vengono risparmiati. “Ovviamente, le dimensioni non contano. Ognuno ha le sue ragioni e le sue sfide. I grandi ristoranti hanno spese di gestione piuttosto elevate, ma almeno, di solito, i gestori non pagano l’affitto perché sono i proprietari dei locali. Per i ristoranti più piccoli, invece, l’affitto si aggiunge al resto delle spese”.
Per Burjanadze è difficile discutere di piani futuri. Il fondatore ci ha detto che, durante la pandemia da Covid19, avevano già sperimentato una grave crisi, ma che “adesso è diverso, l’incertezza regna sovrana e non abbiamo idea di cosa potrebbe accadere in futuro”.
Il settore della ristorazione è solo uno dei tanti ad essere colpito dalla crisi e dall’incertezza economica: “Non ci sono clienti. Prima, venivano gruppi di turisti per degustazioni di vino, accompagnati dalle loro guide. Questo mese [febbraio], abbiamo a malapena avuto un gruppo. La situazione è peggiorata anche rispetto a dicembre”, ci ha raccontato Nikoloz Shekriladze, direttore dell’hotel Villa Mosavali.
L’hotel, che comprende un vigneto e una cantina, si trova ad Akhalubani, un paesino vicino Tbilisi. Nel corso dell’anno, l’hotel ospitava gente del posto, ma anche turisti internazionali. Inoltre, vi si tenevano varie conferenze, e le visite della cantina erano un appuntamento fisso. Il direttore ci ha spiegato che la situazione è cambiata, in peggio, alla fine del 2024: “L’anno scorso, in questo periodo, accoglievamo visitatori ogni tre o quattro giorni. Adesso, quando va bene, riceviamo un gruppo al mese, generalmente stranieri. Sono loro i più interessati al vigneto, alle degustazioni di vino e alla visita della cantina. Questo mese, in tutto, abbiamo avuto due gruppi per le degustazioni di vino ed è venuto a trovarci anche il rappresentante dell’agenzia turistica. L’anno scorso, nello stesso periodo, organizzavamo degustazioni almeno ogni quattro giorni”.
“Se pensiamo agli ultimi avvenimenti, non ci sorprenderà che ci siano meno visitatori europei” – Tamuna Dolidze
Shekriladze ci ha detto che le prenotazioni per conferenze ed eventi simili sono state cancellate: “Conferenze ed eventi per un totale di 50mila lari georgiani (circa 15mila euro) sono stati cancellati a partire da dicembre 2024.”
A Villa Mosavali lavorano 70 persone: “Finora, siamo riusciti a tenere tutti. Lo staff è principalmente stagionale. Abbiamo installato una piscina, nella speranza che l’estate ci aiuti a salvare l’attività”, ci ha detto Shekriladze.
L’agenzia turistica Winglet ha confermato la diminuzione del flusso turistico. “Se pensiamo agli ultimi avvenimenti, non ci sorprenderà che ci siano meno visitatori europei. Nel complesso, la situazione li ha colpiti, quindi hanno cancellato i loro tour. Chi non è mai stato qui, chiede per prima cosa se è pericoloso andare in Georgia. Noi spieghiamo che ci sono ancora manifestazioni di protesta, ma che non è pericoloso per i turisti. Ma non si lasciano convincere del tutto, la sicurezza è la cosa più importante per gli europei”, ci ha detto Tamuna Dolidze, manager dell’agenzia. Dolidze haaggiunto che “non è stata cancellata nessuna prenotazione di visitatori indiani o cinesi. Raramente chiedono se la situazione è pericolosa, e si fidano delle nostre spiegazioni. Gli europei sono più cauti.”
Le statistiche mostrano una crescita, il settore privato parla di crisi
Secondo le statistiche ufficiali, nel 2024 sono arrivati in Georgia 6,5 milioni di visitatori, 5,1 milioni dei quali erano turisti, mentre i restanti 1,4 milioni in transito. Per la prima volta, quest'ultima cifra è stata pari a quella del periodo pre-pandemia, nel 2019.
Il flusso più dinamico di turisti è stato registrato nei primi tre mesi del 2024, ma i numeri hanno in seguito subito un calo. La ricerca condotta dalla banca d’investimento Galt & Taggart fa riferimento “all’instabilità politica del paese come a un fattore determinante” per la diminuzione dei visitatori, specialmente di quelli Ue.
Secondo il servizio nazionale georgiano di statistica, la crescita del numero di visitatori era stata determinata soprattutto dalla presenza di visitatori dei paesi asiatici, come Cina, India, Iran, Arabia Saudita e altri.
Il 6 febbraio, l’Amministrazione nazionale georgiana del turismo ha tenuto una presentazione per riassumere i dati del 2024, a cui hanno assistito 150 rappresentanti del settore.
La presentazione ha mostrato un numero record di turisti internazionali nel 2024, che corrisponde al 9 per cento della crescita, oltre che un record di 4,4 milioni di dollari di fatturato per il paese. Più tardi, Maia Omiadze, capo dell’Amministrazione nazionale del turismo, presenterà le sue aspettative per il prossimo anno, il 2025, sostenendo che “sarà un buon anno per il turismo”, e che “ci saranno più visitatori.”
I rappresentanti del settore privato non hanno condiviso queste previsioni. Dopo la presentazione, Shalva Alaverdashvili, cofondatore della Federazione alberghiera, si è rivolto all’assemblea, sottolineando che i numeri presentati non corrispondevano alla realtà. Secondo lui, rivendicare queste entrate da record era stato umiliante per il settore, quando gli hotel, per sopravvivere, sono invece obbligati ad abbassare i prezzi al minimo assoluto rispetto agli ultimi anni.
Alaverdashvili ci ha ripetuto che “i prezzi non sono mai stati così bassi a Tbilisi negli ultimi 30 anni”; ha inoltre precisato che gli hotel di Tbilisi si trovano nella peggiore situazione possibile, che l’occupazione è stata fortemente penalizzata e, di conseguenza, il personale si è ridotto. “Vi posso parlare del nostro esempio: a dicembre 2024 gli incassi si sono ridotti del 35 per cento rispetto a dicembre 2023, mentre a gennaio 2025 si è registrato un meno 38 per cento rispetto a gennaio 2024.
Shalva Alaverdashvili afferma che i numeri presentati dall’Amministrazione nazionale del turismo sono lontani dalla realtà. “Ci hanno invitati alla presentazione per dirci che avevamo avuto un anno da record. Mi hanno detto che era stato un anno da record per me. A ognuna delle 150 persone invitate veniva detto lo stesso, che non erano consapevoli che si trattasse di un anno da record. Non c’è stato uno che si sia trovato d’accordo con quest’affermazione”.
“Se l’Amministrazione avesse ripetuto ciò che il ministro aveva detto a inizio dicembre, che i problemi del paese avevano colpito il turismo e che era ora di trovare una soluzione insieme, la riunione avrebbe avuto un senso. L’Amministrazione si sarebbe mostrata sotto la miglior luce possibile, i 150 partecipanti si sarebbero tutti trovati d’accordo, si sarebbero concentrati su un lavoro più produttivo e insieme avrebbero cercato una soluzione”, ha affermato Alaverdashvili, che ha aggiunto che, dopo la presentazione, l’Amministrazione non si è mostrata disponibile a organizzare una nuova riunione.
Boom turistico o recessione?
In risposta alle critiche del settore privato, Maia Omiadze ha incontrato i giornalisti: “Non è vero che in Georgia sono diminuiti i turisti. Il problema è la quantità insufficiente di camere d’hotel. Il settore si è ampliato e, di conseguenza, quando non ci sono visitatori, significa che sono andati in un altro hotel.”
La Galt & Taggart Research fornisce le seguenti informazioni: l’indicatore chiave di prestazione, il principale indicatore per gli hotel di Tbilisi, ha subito un calo nell’ultimo trimestre del 2024, giustificato dal rapido aumento di hotel in città, dalla diminuzione del numero di turisti e dalla situazione generale del centro città. Di conseguenza, il 51,4 per cento che era stato registrato nell’ultimo trimestre del 2023, si è abbassato a 48,5 per cento nello stesso periodo del 2024, mentre il prezzo medio di una camera d’hotel è sceso da 95 a 85 dollari.
Allo stesso modo, si sono abbassati i prezzi degli Airbnb. Nel 2024, il costo medio era di 50 dollari a notte, che si traduce oggi nel 4,6 per cento delle perdite annuali.
Transparency International-Georgia ha pubblicato uno studio sull’influenza della crisi politica sull’economia georgiana secondo il quale le sanzioni imposte dai paesi occidentali e la crisi politica interna pesano già, almeno in parte, sull’economia georgiana, come si evince dal rallentamento della crescita economica, dalla svalutazione del lari georgiano, dalla diminuzione delle riserve della banca nazionale georgiana e dal peggioramento generale del clima d’investimento.
Facendo riferimento alle prospettive future, lo studio comprende anche le scoperte del Pmcg (Gruppo di consulenza in politiche e management) sulla situazione economica della Georgia: “In generale, le aspettative occupano una posizione significativa in economia. Quando queste sono negative, diminuiscono gli investimenti, la popolazione e le attività rimangono sospese e in attesa della fine dell’incertezza, e questo riduce l’attività economica”, scrive Transparency International.
Secondo gli esperti, l’evoluzione della situazione economica dipende dall’entità e dalla portata delle sanzioni previste. L’ong non esclude che, date le specificità dell’economia georgiana, il peggioramento delle relazioni estere possa portare a una significativa svalutazione del lari e a una conseguente inflazione.
Il settore horeca e quello turistico si trovano sospesi tra due realtà parallele: da un lato, i resoconti ufficiali parlano di crescita, mentre dall’altro, le attività locali subiscono un drastico declino.
La crisi politica e l'incertezza economica rappresentano i fattori di maggiore influenza in questo contesto. I rappresentanti del settore privato criticano apertamente l’amministrazione turistica per statistiche così lontane dalla realtà, e chiedono che le autorità ammettano l’esistenza dei problemi legati alla crisi. Sarà interessante vedere come quest’ultima colpirà l’economia georgiana a lungo termine, e se il governo prenderà provvedimenti in merito alle questioni sollevate dal settore privato.
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