Mai come in questi giorni, anche nei momenti peggiori della crisi dell’Eurozona, c’è stato un tale moltiplicarsi di petizioni, appelli e lettere aperte indirizzate alle istituzioni e ai leader europei per chiedere loro di intervenire insieme per affrontare la minaccia che l’epidemia di coronavirus Covid-19 rappresenta per l’intero continente.
Più di ogni altra crisi quella attuale dimostra che le frontiere possono fare poco per proteggere dai fenomeni globali e che gli europei condividono, casomai occorresse ricordarlo, un destino comune. Per questo motivo molti di loro chiedono soluzioni comuni, se possibile coordinate dall’Unione europea.
Dopo un – troppo – lungo silenzio, che è valso critiche giustificate, l’Ue ha finito per mettersi in movimento, e ha elaborato delle soluzioni, mettendo mano alla sua arma più efficace: il portafoglio. È stato per questo necessario passare attraverso un duro scontro tra gli stati membri – i quali, ricordiamo, hanno l’ultima parola – alcuni dei quali cominciano ad agitarsi quando si tratta di mettere le mani in tasca in nome della solidarietà intracomunitaria. Va detto che l’Unione stava rischiando grosso: di fronte all’indigenza e alla timidezza delle prime reazioni a Bruxelles, qua e là si cominciava a mettere seriamente in discussione la sua utilità, e i movimenti antieuropei facevano a gara a sottolineare la sua incapacità nel proteggere i cittadini.
Allo stesso tempo, economisti, ricercatori, giuristi, universitari, esperti, professionisti e cittadini si sono mobilitati in tutta Europa, anche se in modo disordinato, ma tutti con lo stesso obiettivo: chiedere all’Ue di fare ciò per cui esiste, e di dargli un senso che andasse al di là di un’alleanza di interessi e di libero scambio. Fedeli alla nostra volontà di rendere conto delle tensioni e delle passioni che agitano la società civile europea, abbiamo cercato di seguire e di riunire queste iniziative – alcune le abbiamo anche sostenute – nelle nostre pagine, allo scopo di fornire una panoramica di questa mobilitazione. Ne abbiamo sicuramente tralasciate o dimenticate alcune: segnalatecele pure, faremo del nostro meglio per menzionarle.
In questo periodo di crisi e di incertezza, è per certi versi rassicurante vedere che i cittadini guardano all’Europa per ottenere protezione e sicurezza, e in questo sono probabilmente più avanti rispetto ai loro governi. Le aspettative sono enormi, proporzionate alla minaccia di questa epidemia senza precedenti. È un’opportunità per dimostrare che nell’avversità l’Unione è forte e che insieme gli europei possono affrontare meglio le sfide che li riguardano. Questa opportunità non deve essere sprecata. Diamoci da fare insieme per questo obiettivo.
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