Rassegna Core Europe

Guerra a Gaza: il disagio europeo di fronte ai possibili crimini di guerra israeliani 

La crisi umanitaria di Gaza sta causando preoccupazione e dibattiti tra gli alleati europei di Israele. L'Italia trasferisce i migranti in Albania, mentre la Slovacchia, guidata dal filorusso Robert Fico, consente l'esportazione di armi private in Ucraina. La nostra rassegna stampa mensile sull'Europa centrale e sud-occidentale, in collaborazione con Display Europe.

Pubblicato il 15 Novembre 2023 alle 12:26

Dopo la forte condanna degli attacchi del 7 ottobre da parte dei vertici dell’Ue e il sostegno del diritto di Israele all'autodifesa, un senso di disagio pervade le discussioni sulle azioni brutali dell'esercito israeliano a Gaza e nei territori occupati, anche tra i più convinti alleati dello stato ebraico in Europa centrale. Sullo sfondo di scene impressionanti di distruzione, migliaia di vittime e il completo collasso dei servizi essenziali dell’enclave palestinese, vengono lanciati appelli per un'indagine internazionale su possibili crimini di guerra.

"Non è antisemitismo accusare Israele di violare il diritto internazionale a Gaza e in Cisgiordania", scrive Markus Michaelis su Die Tageszeitung. Per il quotidiano indipendente tedesco, "la colpa della Germania nei confronti degli ebrei non diminuisce certo perché il governo tedesco tace sulla violazione del diritto internazionale". Wolfgang Kaleck, avvocato tedesco per i diritti civili, si spinge oltre nel suo articolo sul Tagesspiegel, chiedendo un'indagine da parte della Corte penale internazionale per evitare due pesi e due misure: "La procura dell'Aia dovrebbe applicare al conflitto di Gaza gli stessi standard che ha applicato all'Ucraina", ricordando che dopo l'inizio dell'aggressione russa, l'Aia ha immediatamente inviato degli specialisti per indagare sui presunti crimini di guerra in territorio ucraino. 

I paesi occidentali "hanno anche l'obbligo politico di indagare sulle accuse di crimini internazionali, non solo contro i loro avversari politici come la Russia o Hamas, ma anche contro alleati come Israele", conclude Kaleck, temendo che il mancato rispetto di tale obbligo possa minacciare i una perdita di legittimità dell’Occidente.

Nella Repubblica Ceca, tradizionalmente un sostenitore incrollabile di Israele, sia a destra che a  sinistra, le voci che criticano l'uso sproporzionato della forza a Gaza stanno guadagnando terreno. "Il nostro approccio a Israele è simile a quello dei tifosi di calcio, caratterizzato da un fervore acritico. Ma non è nel nostro interesse", scrive Ondřej Houska su Hospodářské noviny, avvertendo che un'ulteriore escalation potrebbe portare a una guerra su larga scala in Medio Oriente che prosciugherebbe le risorse che l'Occidente potrebbe fornire all'Ucraina. Il quotidiano ricorda che la guerra ucraino-russa è molto più importante per i cechi: la sconfitta dell'Ucraina significherebbe la presenza di carri armati russi ai confini con la Polonia e la Slovacchia.


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