"Battaglia per l'atomo polacco", titola Polska The Times a proposito dell'intensificarsi del dibattito pubblico sull'energia nucleare in Polonia. La prossima settimana la questione sarà affrontata dai deputati del Sejm. L'alleanza democratica di sinistra (Sld) ha già proposto un referendum nazionale sulla costruzione di centrali nucleari in Polonia. Tuttavia il primo ministro Donald Tusk, il cui governo è favorevole allo sviluppo dell'energia atomica, ha dichiarato che si andrà alle urne soltanto se ci sarà una "forte pressione da parte dell'opinione pubblica". Nel frattempo tre diverse società – la francese Areva e le nippo-statunitensi Toshiba-Westinghouse e Ge Hitachi – già pregustano i contratti per la costruzione delle centrali atomiche, del valore di almeno 20 miliardi di euro. Secondo il quotidiano di Varsavia tutti gli appaltatori stanno ricorrendo al "repertorio completo dei trucchi di pr" per assicurarsi un vantaggio competitivo, e promettono che il 50 per cento dei lavori per la costruzione delle future centrali nucleari sarà subappaltato a società polacche.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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