La convivenza tra rom e payos (“bianchi”) è possibile: lo dimostra l’Andalusia, regione del sud della Spagna nella quale vive la maggior parte dei 500-800mila rom spagnoli. Verso questo paese convergono anche gli immigrati rom che lasciano l’Europa centrale, come avviene anche in Francia, ma il loro numero resta circoscritto ai quasi 40mila che abitano in prevalenza alla periferia di Madrid.
Sono ormai vari secoli che i gitani abitano in Spagna, tra alti e bassi, sempre esposti ai medesimi tormenti: persecuzioni, povertà, ghettizzazione. Malgrado tutto, però, oggi l’Andalusia potrebbe fungere da modello per gli altri paesi. E per molteplici ragioni.
Il professor Gunther Dietz – autore del rapporto “Lo stato e i rom in Spagna” – fa notare che i valori tradizionali dei gitani quali la famiglia e il clan, il concetto di onore e l’autorità riconosciuta agli “anziani” in seno alle famiglie, sono tutti conformi ai principi della cultura tradizionale spagnola. L’integrazione dei rom nei villaggi andalusi è stata pertanto molto più facile rispetto alle grandi città del nord.
"Nelle province di Granada e Siviglia, sedi delle più importanti comunità spagnole, i paesini si dividono in maniera del tutto informale in quartieri rom (gitano) e non-rom (payo), ma gli scambi interetnici, la reciprocità e i matrimoni misti sono molto più frequenti rispetto agli 'pseudo-ghetti' dei centri industriali", afferma il professor Dietz.
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