Crisi in Ucraina

Kiev si prepara per una “vasta offensiva russa”

Pubblicato il 16 Novembre 2014 alle 08:27

L’Ucraina mobilita le truppe e chiede l’intervento dell’Unione europea per far fronte all’offensiva militare russa che sembra prepararsi nell’est del paese, riferiscono Kiev Post e EUobserver il 14 novembre.

Kyiv Post scrive che l’Organizzazione per la sicurezza e le cooperazione in Europa e la NATO hanno entrambe osservato armi e truppe che attraversavano la frontiera nella regione del Donbass. Si tratta, secondo il governo ucraino, di “una violazione degli accordi di cessate il fuoco firmati il 5 novembre a Minsk]”. In risposta, l’Ucraina ha

mobilitato ed equipaggiato la riserva e acquistato per oltre 52 milioni di euro di armi e di materiale militare nell’ultima settimana.

L’ambasciatore ucraino presso l’Ue ha messo in guardia l’Unione contro “una nuova offensiva su ampia scala contro l’integrità territoriale dell’Ucraina” in una lettera rivelata da EUobserver, nella quale “chiede all’Ue di esercitare ‘una pressione diplomatica’ su Mosca affinché torni al tavolo dei negoziati moderati dagli Stati Uniti e dall’Ue” e di imporre “una ‘nuova ondata’ di sanzioni preventive, come l’aggiunta di nuove personalità russe nella sua ‘lista nera’ e di far salire il ‘costo economico’ […] delle azioni della Russia”.

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Anche se “La Russia smentisce categoricamente” l’accusa di aver mandato truppe in Ucraina, pur avendo dispiegato 8mila soldati lungo il confine ucraino, Bernard Guetta ritiene su Internazionale che “questa smentita è poco credibile”:

non è affatto certo che l’offensiva sia imminente, perché esiste sempre la possibilità che Putin stia mostrando i muscoli solo per strappare concessioni all’Ucraina, all’Unione europea e agli Stati Uniti.

Su EUobserver tuttavia, il militante filooccidentale Roman Sohn afferma che gli occidentali pagano ora il prezzo di aver ignorato “che la Russia si è lentamente trasformata di nuovo in paese totalitario”. E accusa:

La cieca avidità dell’Europa, che ha fatto passare gli interessi economici davanti ai principi di libertà, ha contribuito a portarci dove ci troviamo oggi: al bordo di una guerra in Europa.

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