Grande coalizione
Angela Merkel (Cdu), Horst Seehofer (Csu) e Sigmar Gabriel (Spd). "La grande coalizione presenta: Più spese. Più prelievi"

“La Germania non è più un esempio per l’Europa”

L'accordo per una nuova coalizione di governo fra i cristiano-democratici di Angela Merkel e i socialdemocratici presentato il 27 novembre a Berlino non entusiasma la stampa tedesca.

Pubblicato il 28 Novembre 2013 alle 15:36
Angela Merkel (Cdu), Horst Seehofer (Csu) e Sigmar Gabriel (Spd). "La grande coalizione presenta: Più spese. Più prelievi"

La Frankfurter Allgemeine Zeitung disapprova l'accordo soprattutto a causa dei numerosi "vantaggi sociali" che prevede, come il salario minimo di 8,5 euro o l'età per andare in pensione a tasso pieno riportata da 67 a 63 anni che socialdemocratici hanno imposto alla cancelliera. Per il quotidiano conservatore si tratta di un "grande zuppa" che "cuoce da troppo tempo" ed è "facile da digerire per tutti":

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Una grande coalizione ha sempre un grande cuore. Per questo il popolo la preferisce alle piccole coalizioni. Sotto questo aspetto questa terza grande coalizione non vuole deludere i tedeschi. I tre partiti hanno dimostrato generosità con le persone più umili. Il risultato è un patto che riversa sul paese la cornucopia dell'abbondanza dei vantaggi sociali. Dal salario minimo fino al contributo per le madri [28 euro in più al mese e per figlio a partire dal 2014] passando per la concessione della doppia nazionalità, tutti hanno il loro tornaconto. […] Ma molti tedeschi pagheranno i costi nascosti di queste concessioni, anche se questo riguarderà solo le generazioni future.

Die Welt è della stessa opinione: "Questa coalizione non alcuna idea di sé stessa e di quello che può chiedere al paese" afferma il quotidiano:

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Questo contratto di coalizione trasuda statalismo narcisistico e post-eroico. La libertà d'azione voluta dall'ex cancelliere [socialdemocratico] Gerhard Schröder per far prosperare l'economia nazionale e lottare contro la disoccupazione di massa è stata sistematicamente cancellata. Il segnale inviato all'Europa è catastrofico. Predichiamo il rigore per i paesi in crisi e nel frattempo ingrassiamo – invece di farlo dimagrire – il nostro stato assistenziale già sovrabbondante. La Germania non è più un esempio per l'Europa.

"Il nuovo governo ignora la crisi in Europa", commenta Wolfgang Münchau sullo Spiegel Online. Münchau si rammarica che sul tema dell'unione bancaria nel contratto vi siano stati solo dei cambiamenti minimi:

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Il non cambiamento nella politica di crisi significa che non faremo alcun progresso in uno dei settori più importanti della politica economica. Una vera unione bancaria con un fondo comune europeo per la dissoluzione delle banche e una garanzia comune per il risparmio sarebbero stati un contributo importante per la soluzione della crisi. Ancora più importante sarebbe una politica per un rapido annullamento del debito. Con questa grande coalizione l'Spd e Angela Merkel commettono lo storico errore di ritardare il fallimento.

Die Tageszeitung sottolinea invece che Merkel si è imposta sulla questione delle tasse, che non saranno aumentate per i più ricchi come avevano chiesto i socialdemocratici, e sulla gestione della crisi dell'euro. Il quotidiano di sinistra vede con favore l'introduzione del salario minimo, che porterà

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migliori condizioni per i working poor [lavoratori poveri]. In tutti i settori, anche se questo diventerà effettivo solo dal 2017, lo stipendio minimo sarà di 8,5 euro. Questo permetterà una migliore regolamentazione dei lavori precari. Chi lavora non potrà più essere sfruttato come in passato. […] Questo accordo di coalizione è una specie di manuale di riparazione per la struttura danneggiata della società.

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