Attualità Giustizia sociale

“La ripresa non è per tutti”

Secondo l’ultimo rapporto della fondazione Bertelsmann “Social Justice Index” (Sji) la partecipazione sociale è in aumento in Europa grazie alla ripresa dell’occupazione. Ma sono ancora numerose le persone a rischio povertà, avvertono gli autori del rapporto Sji 2016.

Pubblicato il 25 Novembre 2016 alle 09:10

L’ultimo rapporto Social Justice Index della fondazione Bertelsmann evidenzia complessivamente un lieve aumento dell’indice di giustizia sociale nell'Unione europea. L'Europa sta diventando più giusta?

Daniel Schraad-Tischler Sì, in alcune aree sì. Il Social Justice Index di quest'anno evidenzia che il livello di giustizia sociale nell'Unione europea non è diminuito in due anni consecutivi. Al contrario, si sono registrati lievi miglioramenti. Il trend negativo degli ultimi anni ha conosciuto una battuta d’arresto. Di per sé questa è un'ottima notizia. Ma, allo stesso tempo, siamo testimoni anche di sviluppi molto problematici.

Quali?

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Daniel Schraad-Tischler La partecipazione sociale è tornata ai livelli registrati prima della crisi finanziaria del 2008 solo in cinque dei 28 paesi dell'Unione europea: Germania, Regno Unito, Lussemburgo, Polonia e Repubblica Ceca. Inoltre, c’è ancora un enorme divario tra il nord e il sud dell’Europa. Alcuni paesi dell'Europa meridionale colpiti duramente dalla crisi, come la Spagna, hanno iniziato a mostrare segni promettenti di ripresa sul piano economico. Ma se si prende in esame la situazione sociale, per tanti è disastrosa, soprattutto per i giovani. Lo stesso vale per la Grecia. In Italia, il mercato del lavoro ha fatto timidi passi avanti. Ma, nel complesso, il divario tra l'Europa settentrionale e l'Europa meridionale è ancora enorme.

Christof Schiller Anche fra le diverse generazioni c’è un grande divario. I giovani godono di minori opportunità sul piano della partecipazione rispetto agli adulti. Se in Europa gli adulti sono esposti a un minor rischio di povertà rispetto a un paio di anni fa, i giovani ne sono più colpiti. Questo fattore è molto allarmante. La disoccupazione giovanile è diventata un problema strutturale, soprattutto nell'Europa meridionale. Esistono tuttavia anche luoghi, come i paesi Baltici, che sono sfuggiti a questa tendenza generale. In questi paesi gli anziani erano esposti a un maggior rischio di povertà, e lo scorso anno questo rischio è aumentato. I giovani, invece, erano esposti molto meno e questo rischio è poi diminuito. Anche fra gli anziani in Germania si è registrato un modesto aumento del rischio di povertà.

Daniel Schraad-Tischler Quello che abbiamo visto negli ultimi anni, inoltre, è un aumento del rischio di povertà tra i dipendenti a tempo pieno nella gran parte dei paesi europei. Benché la creazione di occupazione abbia ingranato la marcia, coloro che godono di posti di lavoro a tempo pieno ora sono esposti a un maggiore rischio di povertà. Non tutti riescono ad avvantaggiarsi della crescita. C’è qualcosa che non va, è un segno dell’evidente divisione dei mercati del lavoro, a indicare che negli ultimi anni un numero sempre maggiore di persone con basso salario arranca. Non siamo in grado di stabilire a questo punto se si tratta di una tendenza a lungo termine poiché in Germania, per esempio, non è ancora possibile prevedere il pieno impatto del nuovo salario minimo. Tuttavia, la tendenza che abbiamo osservato negli ultimi anni di per sé è molto allarmante.

Daniel Schraad-Tischler è Senior expert presso la Fondazione Bertelsmann, dove dirige il progetto Sustainable Governance Indicators. È coautore del Social Justice Index 2016 della Fondazione.
Christof Schiller è un project manager del progetto Sustainable Governance Indicators della Fondazione Bertelsmann. È coautore del Social Justice Index 2016.

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