La tragedia della rivolta di Varsavia del 1944 è stata trasformata in “un mito cultural-pop”, scrive Wprost ricordando la ribellione scoppiata il primo agosto 1944.
Secondo il settimanale, sono in preparazione numerosi fumetti, libri, canzoni e film in cui i ribelli polacchi vengono dipinti “come supereroi anziché come un gruppo di disperati”. “Erano giovani, belli, innamorati e sono morti prematuramente”, e questo li rende allettanti per la cultura pop tanto quanto gli appartenenti al “club 27” di musicisti morti a 27 anni, tra cui Jimi Hendrix, Kurt Cobain e Amy Winehouse.
Tuttavia Wprost sottolinea che idealizzare l’immagine della rivolta di Varsavia, costata la vita a 216mila polacchi (soprattutto civili) e a ottomila soldati tedeschi, non dovrebbe far dimenticare che
è stato un massacro. Inoltre i ribelli non hanno raggiunto il loro obiettivo, come già accaduto per la rivolta di Kościuszko nel 1794 e per quelle del novembre 1830 e del gennaio 1863. Proprio come i loro predecessori, anche i rivoluzionari del ’44 continuano la tradizione dell’eroe romantico, idealizzato e distaccato dalla realtà, che non conosce paura né sesso.