Con 23mila immigrati provenienti da 170 paesi diversi, il quartiere popolare di Rosengard, a Malmö, è il simbolo della politica di apertura praticata dalla Svezia. Ma in questa vetrina europea dell'integrazione, dove il tasso di natalità e i continui nuovi arrivi contribuiscono a mantenere l'età media a livelli impensabili per un continente che invecchia inesorabilmente, il clima sta cambiando, scrive Gianni Armand-Pilon su La Stampa. "Nelle piscine si tengono corsi separati per maschi e femmine", si lamenta un dirigente di Sverige Demokaterna, versione svedese della Lega Nord che a Malmö raccoglie ormai il 7,5 per cento dei voti ed esige il blocco dell'immigrazione. "Le tradizioni natalizie si stanno perdendo per il timore di discriminare la popolazione musulmana. Per non parlare dei reati: il 90 per cento degli autori e' straniero, il 90 per cento delle vittime e' svedese". Anche i membri della comunità ebraica locale temono la crescente influenza della componente araba: "Malmö e' diventata una provincia del Medio Oriente. Molti di noi hanno gia' fatto le valigie e si sono trasferiti in Israele".
La vetrina multietnica si è rotta
Teatro di recenti scontri tra polizia e giovani immigrati, i quartieri popolari di Malmö sono la prova delle crescenti difficoltà del modello scandinavo di integrazione e tolleranza.
Pubblicato il 11 Maggio 2010 alle 15:51
Un centro commerciale di Rosengard, Malmö.
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