Il tribunale di Murmansk, nell’estremo nord-ovest della Russia, ha ordinato la detenzione provvisoria di due mesi per i 30 attivisti di Greenpeace arrestati il 19 settembre mentre conducevano una campagna di protesta contro gli scavi petroliferi nel Mare della Pečora.
Tra gli arrestati, riporta Helsingin Sanomat c’è anche l’attivista finlandese Sini Saarela, 31 anni. Saarela ha sollevato forti dubbi sulla procedura di arresto e ha accusato la giustizia russa di essere “parziale”, precisa il quotidiano.
I militanti dell’organizzazione ecologista potrebbero essere processati per pirateria dopo aver abbordato la piattaforma di scavo russa Prirazlomnaia per denunciare il rischio di inquinamento legato allo sfruttamento dei giacimenti nell’oceano artico. La nave di Greenpeace, l’Artic Sunrise, è stata abbordata dalle forze speciali russe e rimorchiata nel porto di Murmansk.
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