Ha aperto a Bruxelles il nuovo museo dedicato a René Magritte (1898-1967). Oltre duecento opere del grande pittore belga esposte nel cuore della città, in Place Royale, in un intero palazzo dalle finestre decorate con le nuvolette che fanno da sfondo alle sue piogge di uomini in bombetta e ai suoi enormi macigni celesti. Su La Stampa, il corrispondente da Bruxelles Marco Zatterin riflette sul nesso che lega l'ammiratore di De Chirico che non voleva essere chiamato surrealista alla città che sarebbe diventata il centro della vertiginosa architettura dell'Unione europea. "Non può essere un caso", scrive Zatterin. "Nella città belga c’è l’Europa che insegue una gloriosa utopia e produce frutta senza forma e vini senza uva che paiono zampillati da una tela del maestro René." Un'Europa spesso accusata di essere astratta e trompe-l'oeil, a cui molti vorrebbero, citando l'autore della celebre pipa, attaccare una targhetta con scritto "Questa non è l'Europa", che a seconda di chi la guarda può apparire "come una fortezza di pietra costruita su un masso sospeso sul mare. O una colomba azzurra (con le stelle gialle aggiunte) che vola verso la pace e la concordia."
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