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In Georgia, la lotta per un futuro europeo

Un anno fa la società civile era riuscita a far ritirare una legge sugli “agenti stranieri” sulla falsariga di quella russa. Questo non ha impedito al governo georgiano di riproporre lo stesso testo, scatenando ondate ancora più forti di proteste.

Pubblicato il 10 Maggio 2024 alle 18:00
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A distanza di un anno dalle violente manifestazioni che avevano costretto il governo filorusso a ritirare una controversa legge ispirata dal Cremlino, il parlamento georgiano è pronto ad approvare un testo simile, cosa che fatto esplodere delle proteste di massa a Tbilisi e in altre città del paese contro un provvedimento che si considera ispirato a una legge russa del 2012 usata per reprimere la società civile.

Ma mentre la proposta di legge del marzo 2023 ha preoccupato gli osservatori locali e internazionali per la sua intrinseca struttura antidemocratica, questa volta la possibilità di una grave minaccia alla democrazia georgiana si fonda su due fattori. 

In primo luogo, nel dicembre 2023, alla Georgia è stato concesso lo status di paese candidato all’Ue nonostante la commissione europea avesse valutato che il governo non aveva soddisfatto la maggior parte dei prerequisiti stabiliti dall'Ue. Questo, da un lato ha rinnovato le speranze della componente filo-occidentale della società georgiano, dall'altro ha aiutato Sogno Georgiano (GD), il partito filorusso al potere, a giustificare il suo slogan “verso l'Europa, con dignità”. 

In secondo luogo, se l'anno scorso il progetto di legge era stato avviato da un gruppo di parlamentari anti-occidentali del partito, questa volta la legge è stata sponsorizzata e sostenuta apertamente dallo stesso GD, segnando una nuova era nella posizione anti-occidentale dal partito al governo. 

Sei mesi prima delle cruciali elezioni parlamentari di ottobre prossimo l'oligarca e leader di Sogno Georgiano Bidzina Ivanishvili ha giustificato pubblicamente l’allontanamento della Georgia dall'Occidente. 

Cosa succede al Parlamento georgiano?

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