In un'intervista rilasciata dai due leader all'emittente francese France 2 e alla tedesca Zdf a conclusione del consiglio dei ministri franco-tedesco del 6 febbraio, Angela Merkel ha espresso il suo sostegno al presidente francese, che non è ancora ufficialmente candidato alla rielezione. Fatto inedito in Europa, l'impegno della cancelliera ha provocato le reazioni della stampa dei due paesi.
Secondo Libération la cancelliera si è autonominata "capo ufficio stampa" di Nicolas Sarkozy, "ufficializzando" la ricandidatura del presidente francese. Un ruolo che secondo il quotidiano di sinistra nasconde diverse insidie per Sarkozy:
potrebbe rafforzare ulteriormente la sudditanza economica della Francia nei confronti del suo partner, e dare l'impressione che la futura campagna elettorale di Sarkozy sia influenzata da Berlino.
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Un influenza non smentita da Le Figaro, che tuttavia sottolinea che
Il famoso modello tedesco, fondato sulla competitività e l'austerity di bilancio, s'impone come unica soluzione in un continente in balia delle correnti della globalizzazione. La Francia è libera di imitarlo o rifiutarlo.
Le Monde spiega "perché Merkel abbia deciso di sostenere Sarkozy" nonostante il presidente francese sia indietro nei sondaggi:
Sarkozy e Merkel hanno tutto l'interesse a mostrare che il tandem funziona ancora. Il presidente per far credere che è alla guida dell'Europa, la cancelliera per fare finta di non esserlo.
In Germania la Süddeutsche Zeitung scrive che "il coraggio si trasforma in esuberanza" e si domanda quali siano le motivazioni della cancelliera:
Forse in futuro il 6 febbraio sarà ricordato come il giorno in cui, disperata, si è aggrappata al salvagente. Se Merkel prende sul serio l'annuncio del socialista Hollande [che intende rinegoziare il trattato sull'unione di bilancio], deve temere per il suo progetto europeo. Il candidato socialista non vuole economizzare, ma rilanciare l'economia. La verità è che la cancelliera non si batte per Sarkozy, ma per la sopravvivenza della propria politica. Da questo punto di vista, la decisione non sembra affatto irrazionale.
Il conservatore Die Welt non nasconde la preoccupazione per un'eventuale vittoria di Hollande, e approva il fatto che i due leader si siano "finalmente uniti in Europa".
Anche se saranno soltanto i 45 milioni di elettori francesi a recarsi alle urne, le elezioni presidenziali riguardano tutta l'Europa. Il verdetto potrebbe far tornare l'Europa indietro di anni, forse decenni.