Rassegna Il faro del Sud-est

Moldova, Romania, Bulgaria: comincia una stagione elettorale decisiva nei Balcani

Negli ultimi tre mesi del 2024 il Sud-Est Europa sarà al centro di importanti confronti politici che determineranno il futuro della regione. I cittadini moldavi avranno l'opportunità di compiere due passi decisivi verso l'Unione europea, per quelli bulgari si presenta una nuova occasione di porre fine alla crisi di governo, e i rumeni dovranno scegliere tra una serie di candidati presidenziali poco incoraggianti.

Pubblicato il 16 Ottobre 2024
Alex Falcó Chang - Voxeurop

La prossima tornata elettorale nel Sud-Est Europa riguarda le elezioni presidenziali in Moldova che si terranno il 20 ottobre, insieme a un referendum altrettanto importante sull'adesione all'Unione. Secondo un recente sondaggio condotto dall'Aspen Institute Romania in collaborazione con l'Associazione di Politica estera moldava e la comunità anti-disinformazione Watchdog.md, l'attuale presidente liberale e filoeuropea Maia Sandu è la favorita nella corsa alla presidenza, con oltre il 36 per cento dei voti totali.

Come riportato dal quotidiano investigativo moldavo Ziarul de Gardă, gli obiettivi di Maia Sandu per i prossimi quattro anni ruotano attorno allo sviluppo locale, agli investimenti nella sanità, all'istruzione e alla pace. Ma non è tutto. A settembre, Maia Sandu ha destituito sei giudici e ha donato un premio di 25mila euro che aveva ricevuto, per il restauro di una chiesa storica, dimostrando il suo chiaro sostegno alla giustizia e alla religione. Tuttavia, non è l'unica a usare la religione per ottenere voti. 

Favorire le chiese è uno dei principali strumenti con cui Mosca influenza le elezioni in Moldova. Di recente, Ziarul de Gardă ha pubblicato un video che mostrava preti della Metropolia di Moldova, affiliata alla Chiesa Ortodossa russa, in attesa all'Aeroporto Internazionale di Chișinău per volare a Mosca. La Metropolia di Moldova ha risposto con un comunicato stampa, affermando che i suoi preti si recano in Russia per motivi spirituali, non politici.

Fortunatamente per Sandu e i filoeuropei, si prevede che il candidato presidenziale russofilo Alexandr Stoianoglo otterrà solo il 10 per cento dei voti totali. Nel tentativo di raccogliere più consensi per Stoianoglo, il leader del Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldova ed ex presidente Igor Dodon ha avvertito che la rielezione di Maia Sandu porterà alla diffusione della "propaganda queer" nelle scuole e all'introduzione di "quote Lgbtq" tra i lavoratori delle istituzioni statali. Dodon ha anche definito il referendum sull'adesione all'eE uno "strumento di inganno", secondo quanto riportato da Ziarul de Gardă.

L’enigma del sistema elettorale bulgaro

La Bulgaria si prepara al settimo round di elezioni parlamentari anticipate dal 2021. Questo a causa del fallimento dei politici bulgari nel formare un governo dopo le ultime elezioni, tenutesi nel giugno 2024. Un altro insuccesso nel formare una maggioranza potrebbe portare a una modifica del sistema elettorale.

La campagna elettorale, con le elezioni fissate per il 27 ottobre, è già in pieno fermento. Secondo la piattaforma di notizie bulgara Mediapool, il leader Kiril Petkov ha dichiarato che se il DPS (Movimento per i Diritti e le Libertà; centrista, secondo nelle elezioni di giugno) entrerà in parlamento, la sua coalizione centrista PP-DB non collaborerà con loro. Petkov ha accusato il leader del DPS, Delyan Peevski, di aver ostacolato sistematicamente le riforme anticorruzione nei momenti critici. Di recente, Nikolai Marchenko del quotidiano investigativo bulgaro Bivol ha citato il leader del movimento anticorruzione BOEC, Georgi Georgiev, secondo cui "Peevski ha rubato 50 milioni di leva (circa 25 milioni di euro)" da una banca bulgara.

Boyko Borisov, leader della coalizione GERB-SDS (prima alle elezioni di giugno con il 24 per cento dei voti), ha recentemente proposto di modificare il sistema elettorale bulgaro per evitare lo stallo politico. La sua proposta è di passare a un modello con un bonus di maggioranza. "Perché dovremmo restare passivi, incolpando il popolo e la bassa affluenza alle urne? Dovremmo offrire qualcosa che li motivi:un voto proporzionale-maggioritario. Ci saranno più candidati, per cui si faranno avanti più persone", ha ipotizzato a Mediapool.

Il futuro presidente della Romania: un disastro ineluttabile?

Le elezioni presidenziali in Romania sono previste per il 24 novembre, seguite dalle elezioni parlamentari il 1° dicembre. Adrian Mihălțianu, direttore editoriale del giornale online romeno PressOne, afferma che i romeni si trovano davanti a una scelta disastrosa per la presidenza: i candidati sono impostori, persone poco istruite o fedeli agli alleati occidentali con un livello di conoscenza "pericolosamente vicino allo zero".


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