Spionaggio artistico. Libera censura dei media. Intimidazione di fondo. Persecuzione combinata delle minoranze.
Un evento sportivo di portata internazionale, una pandemia mondiale, un regime notoriamente autocratico: le condizioni ideali affinché queste Olimpiadi Invernali di Pechino siano travolte dalle polemiche.
Dall’uso massiccio dei cannoni sparaneve ai controlli di polizia a tappeto, passando per il sospetto degli atleti stranieri di essere sorvegliati, al tedoforo originario della minoranza repressa degli Uiguri, Dinigeer Yilamujiang, fino agli attacchi verso alcuni partecipanti cinesi… La domanda sorge spontanea: si può ancora parlare di sport pensando a queste Olimpiadi?
Le numerose polemiche non hanno fatto altro che provocare boicottaggi diplomatici nel resto del mondo, lanciati in primis dagli Stati Uniti. In Europa, i paesi sono divisi: alcuni hanno rinunciato ad inviare la propria delegazione diplomatica in Cina (come la Lituania, il Belgio o la Danimarca), al contrario di altri (come la Francia, la Polonia o l’Italia).