Attualità Covid-19 e diritti

Per una regolarizzazione delle persone migranti in Europa

Seguendo l'esempio del Portogallo, che ha concesso un permesso di soggiorno ai migranti fino al 30 giugno, un collettivo francese chiede una carta di soggiorno per le persone migranti senza permesso regolare, in Francia ma anche in Europa perché, anche durante la crisi, possano accedere a lavoro e ad alloggi decenti.

Pubblicato il 22 Aprile 2020 alle 10:50

Stiamo vivendo una crisi sanitaria globale senza precedenti alla quale i più vulnerabili tra di noi sono i più esposti. Ci sono circa 500mila migranti privi di documenti in Francia, e arriviamo a circa 4 milioni nell’Unione europea: si tratta di persone che spesso vivono in condizioni di precarietà inaccettabile che rendono impossibile applicare le misure raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per combattere la diffusione del coronavirus.

Il Portogallo ha deciso di concedere un permesso di soggiorno temporaneo (fino al 30 giugno) agli extracomunitari presenti sul suo territorio. Una ventina di parlamentari francesi chiedono la regolarizzazione temporanea dei migranti privi di documenti presenti sul territorio francese durante l’epidemia di coronavirus; invocano "una misura di salute pubblica" di fronte alla "drammatica situazione dei migranti privi di documenti e dei senzatetto". Se da un lato questa misura consentirà ad alcuni immigrati privi di documenti di migliorare temporaneamente la loro situazione, dall’altro non deve andare a scapito di condizioni di lavoro dignitose e sicure. Chiediamo  per questo che per tutti i lavoratori venga applicato il diritto del lavoro in aggiunta alle misure prescritte dall’Oms.

Che il lavoro temporaneo diventi permanente

Solleviamo la questione etica sollevata dall’assunzione temporanea di persone cosiddette "migranti" per compensare la carenza di personale in Francia e la riduzione della forza lavoro disponibile a causa della pandemia e della chiusura delle frontiere. Come collettivo  sosteniamo questa misura, ma chiediamo che si faccia di più. Affinché il permesso di soggiorno sia più di un semplice strumento di delega del lavoro durante la pandemia, le situazioni temporanee e precarie devono diventare permanenti. Per questo chiediamo il rilascio di una carta di soggiorno a tutti i migranti, in modo che possano avere accesso al lavoro e quindi ad un alloggio dignitoso.

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Anche in Belgio, le associazioni stanno lanciando un appello per la regolarizzazione definitiva degli stranieri presenti nei paesi dell’Unione. La regolarizzazione massiccia e collettiva dei migranti privi di documenti non genera un effetto a catena. 

Le regolarizzazioni di massa che sono avvenute in passato non hanno portato ad alcun movimento migratorio particolare: sono soprattutto le condizioni di vita nei paesi di origine a determinare i flussi migratori. Che si tratti di persone in arrivo dall’Africa, dall’Asia o del Sud America, la maggior parte dei flussi migratori in Europa sono intracontinentali e solo una minoranza raggiunge i confini dell’Ue e, quando questo avviene viene fatto rischiando la vita. Inoltre sostenere che ora una regolarizzazione richiamerebbe più persone è inadeguata e inattuale: ricordiamo, infatti, che le frontiere sono chiuse. 

Le ultime regolarizzazioni collettive di migranti privi di documenti in Francia risalgano al 1981 e al 1997. Operazioni simili si sono svolte regolarmente in altri paesi europei: in Belgio (1999, 2009), Spagna (2005) e Italia (2012). Queste regolarizzazioni di massa hanno sempre avuto effetti benefici, per chi ne ha usufruito e per l’economia del paese ospitante.  

Usciremo da questa pandemia con un’economia indebolita, una società priva di punti di riferimento e di coesione, e una crisi sociale e umana la cui portata non possiamo ancora misurare.

Parità di diritti con gli altri lavoratori

Molte delle migliaia di migranti presenti nei nostri territori hanno una formazione professionale e un’esperienza in una varietà di settori in cui le imprese dell’Ue sono a corto di manodopera (ad esempio, edilizia, industria, agricoltura o ristorazione). La Francia, e tutta l’Ue, avranno bisogno di queste competenze ed esperienze per uscire dalla crisi che stiamo attraversando. Anche senza particolari qualifiche, queste persone contribuiranno alla ripresa economica. Qualunque siano le competenze professionali o la formazione dei migranti sul nostro territorio, vogliamo che abbiano la libertà di trovare il loro posto nella società su un piano di parità con gli altri lavoratori.

Le circostanze eccezionali ci costringono a chiedere questa misura e ad attuarla rapidamente, in modo efficace, senza polemiche e nell’interesse di tutti. In un momento in cui la crisi sanitaria che stiamo attraversando richiede a tutti l’aiuto reciproco e la solidarietà, chiediamo la regolarizzazione di tutti i migranti che vivono attualmente in Francia e in tutti i paesi dell’Unione europea attraverso il rilascio di un permesso di soggiorno.

Firmatari:

Michel Agier, direttore degli studi all’EHESS, Paul Aries, politologo, direttore della rivista les Zindigné(e)s, Esther Benbassa, senatrice francese EE-LV, Jacques Boutault, sindaco del 2° arrondissement di Parigi, EE-LV, François Bourdillon , ex Direttore della Sanità Pubblica Francia, William Bourdon, avvocato, Francoise Bressat-Blum, Presidente dell’Université populaire de Lyon, Patrick Brody, attivista della CGT, ex consigliere confederale, Julia Cage, economista, PSE, Damien Carême, eurodeputato, EE-LV,Leila Chaibi, deputato europeo di LFI, Johann Chapoutot, storico, Philippe Corcuff, docente di scienze politiche a Sciences-Po Lyon, Christian Delorme, sacerdote della diocesi di Lione, Didier Fassin, antropologo e medico, Princeton Institute of Advanced Studies e Collège de France, Eric Fassin, sociologo dell’Università di Parigi 8, Guillaume Gontard, senatore francese, Roland Gori, professore emerito di psicopatologia, psicoanalista, André Grimaldi, endocrinologo, APHP, Corinne Iehl, consigliere metropolitano di Lione insieme! Segretario di Anvita, Thierry Lang, Alto Consiglio per la Salute Pubblica, Myriam Laidouni-Denis, Consigliere Regionale, Auvergne-Rhône-Alpes, EE-LV, Gustave Massiah, Membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale, Dominique Méda, Sociologo, Università di Parigi-Dauphine, El Mouhoub Mouhoud, professore di economia, Parigi-Dauphine, Nathalie Perrin-Gilbert, sindaco Ist arrondissement Lyon, Frédéric Pierru, ricercatore in scienze sociali e politiche, CNRS, Fabien Roussel, deputato per il Nord, PCF, Michèle Riot-Sarcey, Storico, Alfred Spira, professore di epidemiologia, Thomas Piketty, economista, PSE, Jacques Revel, storico, ex presidente di EHESS, Sandrine Runel, presidente del gruppo socialista al Métropole de Lyon, Serge Slama, professore di diritto pubblico, Università di Grenoble, Barbara Stiegler, professore di filosofia all’Università di Bordeaux, Marie-Christine Vergiat, attivista per i diritti umani, ex parlamentare europeo (2009-2019), Stéphane Velut, neurochirurgo e autore, Jacques Walter, pastore a Lione.

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