Yucatan, Messico. Polpo maya lavato e cucinato per l'esportazione. | Foto: ©Paola Margu Octopus maya being washed and cooked for export in Yucatan, Mexico. l Photo: Paola Margu

Il consumo di polpo è sostenibile? Dal Messico alla Spagna, la lotta dei pescatori artigianali

Il polpo e i suoi otto tentacoli sono popolari nelle cucine europee. Ma la sovrapesca e il cambiamento delle temperature degli oceani lo mettono a rischio. Dalle Asturie allo Yucatán, la situazione della pesca artigianale sulle due coste dell’Atlantico.

Pubblicato il 31 Luglio 2025
Octopus maya being washed and cooked for export in Yucatan, Mexico. l Photo: Paola Margu Yucatan, Messico. Polpo maya lavato e cucinato per l'esportazione. | Foto: ©Paola Margu

Polvo a Lagareiro in Portogallo, pulpo a la Gallega in Spagna, polpo alla Luciana in Italia, o chtapódi xidháto in Grecia. Nei quattro paesi dell’Europa meridionale il polpo è un piatto tradizionale delle zone costiere, che si trova oggi nei ristoranti e supermercati d’Europa a prezzi accessibili. 

Se il consumo è in aumento, la pesca è invece in calo: per questo la maggior parte del polpo sulle tavole del continente non proviene dalle acque europee.

Sulla costa assolata di Progreso, in Messico, Suemy Lugo supervisiona il meticoloso processo di pulizia e preparazione del mollusco prima dell'esportazione. Lugo è biologa e specialista del controllo qualità presso un’azienda esportatrice della penisola dello Yucatan. II Messico è infatti il terzo produttore mondiale di polpo: esporta principalmente verso Stati Uniti, Italia e Spagna. 

L’aumento della domanda sul mercato internazionale di polpo con certificato di sostenibilità ha portato il settore a collaborare più assiduamente, portando alla creazione de la Alleanza per il Polpo in Yucatan, un progetto per migliorare le pratiche di pesca (Fishery Improvement Project, o Fip, nella sua sigla in inglese). 

Octopus maya being washed and cooked for export in Yucatan, Mexico. l Photo: Paola Margu
Polpo maya lavato e cucinato per l'esportazione nello Yucatan, Messico. | Foto: ©Paola Margu

L’associazione ha da poco ricevuto  l’ispezione del Marine Stewardship Council (MSC) per ottenere la certificazione di sostenibilità. MSC è una certificazione internazionale che attesta che un prodotto della pesca proviene da una pesca sostenibile e ben gestita e che rispetta gli ecosistemi marini dove si pesca. 

Per i prodotti del mare, è considerata la certificazione più ambita, anche perché dà valore commerciale al pescato.Lugo, che frequenta gli incontri organizzati dal FIP, spiega che “l’obiettivo della certificazione ha spinto le aziende ad elevare i propri standard con i fornitori e ha rinforzato il coordinamento tra le comunità di pescatori e gli esportatori”.

“La pesca della speranza

Nella penisola dello Yucatan la pesca del polpo è conosciuta come la “pesca della speranza”, attività da cui dipendono circa 20 mila pescatori, che cercano di recuperare gli investimenti fatti durante l’anno in una stagione di pesca che dura quattro mesi. Ma al di là dell'appetito globale si cela una crisi crescente: l'aumento vertiginoso della domanda ha intensificato la pressione sulla pesca e alimentato la diffusione di pratiche illegali. 

I pescatori più giovani spesso optano per la pesca con “gancho”, una tecnica illegale quanto pericolosa per gli stessi pescatori, che depreda il fondo marino della zona peschiera di Campeche, una delle più pescose. Questo sembra aver causato una diminuzione del polpo lungo la costa, che affetta i pescatori artigianali legali che si trovano a dover uscire sempre più al largo per trovare polpi. Questa situazione ha portato nel 2023 alla sospensione totale della pesca nello stato di Campeche, dove non si trovava polpo sufficiente per far fronte alle spese economiche dei pescatori.

Il Fip cerca di standardizzare la pesca artigianale, conosciuta come gareteo, per la pesca di entrambe le specie endemiche, l’Octopus Maya e l’Octopus Americanus (spesso classificato come Vulgaris sul mercato), essendo l’unico metodo legale per la pesca del polpo in questa zona.

Ricardo Novelo at sea fishing nearby Celestún, using a traditional fishing technique called Gareteo, that is highly selective and harmless for other marine species. l Photo: Paola Margu.
Ricardo Novelo mentre pesca in mare vicino a Celestún, utilizzando una tecnica tradizionale chiamata gareteo, altamente selettiva e innocua per le altre specie marine. | Foto: ©Paola Margu.

Il gareteo prevede l’uso di piccole imbarcazioni e pali di bambú (jimbas) a cui il pescatore lega dei crostacei come esca, che attraggono il polpo verso la superficie senza forzarlo, fino a poterlo tirare a bordo della barca.

Se rientra nella taglia minima legale (11cm di manto e 450gr di peso) viene catturato, altrimenti viene rilasciato in mare. Con questa tecnica i pescatori catturavano in passato fino a 70kg al giorno, ma nelle ultime stagioni di pesca si è scesi a 5 o 6kg.

IMIPAS inspector in Celestún, Mexico, monitoring the size, weight and gender of landed octopus maya. l Photo: Paola Margu.
Ispettore IMIPAS a Celestún, Messico, mentre controlla le dimensioni, il peso e il sesso dei polpi maya. |Foto: ©Paola Margu.

Ricardo Novelo, 54 anni, pesca polpo da quarant’anni e dirige una cooperativa di pescatori nei pressi di  Celestún. Novelo fa parte del direttivo del Fip Pulpo Yucatan, e cerca di far applicare pratiche volte a migliorare la situazione in uno dei porti con più di 2000 pescatori artigianali e un hotspot della pesca irregolare e illegale. 

"Il Fip ci ha permesso di rendere più strutturata la nostra organizzazione grazie a formazioni amministrative, per esempio. Ci ha anche mostrato vantaggi che vanno al di là di ciò che vediamo come pescatori, come la possibilità di accedere a migliori mercati internazionali in Europa e in Asia. Questo aumenta la domanda di polpo e, di conseguenza, migliora il prezzo che riceviamo", dice Novelo.

Dopo diversi negoziati, il 4 giugno è stato consolidato un comitato consultivo per la collaborazione diretta tra la Fip e la Commissione Nazionale per la Pesca e l'Acquacoltura (CONAPESCA), la principale autorità responsabile della sorveglianza della pesca in Messico, il che potrebbe rappresentare un progresso. Il risultato della valutazione MSC per ottenere il certificato di sostenibilità richiederà circa 20 mesi, poiché viene valutata l'intera attività di pesca, anche se ora la Fip rappresenta solo il 20 per cento.

I pulpeiros delle Asturie

Sull’altra sponda dell’oceano Atlantico, nelle coste delle Asturie, nel nord della Spagna, alcuni villaggi di pescatori sono stati i primi al mondo ad ottenere la certificazione Msc per la pesca del polpo. Anticipando l’alba invernale del golfo di Biscaia, i fratelli Julio e Isac Blanco escono al largo delle coste di Ortiguera come gli altri ventotto pescherecci di piccole dimensioni che si dedicano alla pesca del polpo sotto l’egida del certificato Msc. La tecnica di pesca che usano qui è ben nota tanto nelle coste Atlantiche europee come nell’intero Mediterraneo. 

Julio and Isaac Blanco on board of their vessel, outside Navia, in Western Asturia, Spain. l Photo: Davide Mancini
Julio e Isaac Blanco a bordo della loro imbarcazione, al largo di Navia, nelle Asturie occidentali, Spagna. | Foto: ©Davide Mancini

Si tratta delle nasse, per millenni sotto forma di vasi di terracotta, oggi gabbie di ferro e plastica con all’interno un boccone di sardina che invita il polpo ad entrare nella gabbia, da dove difficilmente riesce ad uscire. 

In questo modo, quando Isaac e Julio ritirano le loro nasse, possono selezionare i polpi che rientrano nella taglia minima accettata legalmente, e rilasciare in mare i polpi sotto taglia e altre specie marine quando sono ancora in vita. “Tutte le tecniche di pesca sono distruttive, ma la pesca a strascico è senza dubbio la più devastante” dice Julio, presidente dell’Associazione Arpesos, che coordina le cofradie di pescatori che fanno parte del progetto Msc.

“Prima di essere certificati, sapevamo di pescare in modo sostenibile, ma facevamo fatica a competere con i prezzi più bassi offerti dai grossisti, che avevano accesso a importazioni più economiche da altre parti del mondo”, dice. Julio ammette che far rispettare le regole di certificazione ai pescatori dell’associazione non è sempre facile. Ma ogni volta che ci sono resistenze, pone una semplice domanda ai suoi compagni: “Preferite continuare a guadagnare 9 euro al chilo, come ora, o tornare a 3?”. 

Da quando hanno ottenuto la certificazione, questo cambiamento di prezzo ha segnato la differenza tra un’attività economicamente sostenibile e un futuro incerto. Un prezzo più alto pagato al pescatore contiene infatti la sovrapesca e la pesca illegale, mantenendo un equilibrio tra l’estrazione di questa specie e la sua sopravvivenza.

Isaac Blanco with a recently captured octopus vulgaris. l Photo: Davide Mancini
Isaac Blanco con un esemplare di octopus vulgaris catturato di recente. | Foto: ©Davide Mancini

La Spagna è uno dei maggiori importatori di polpo al mondo: con una flotta del paese  fornisce meno di un decimo del quantitativo importato da paesi terzi.

Ogni anno entrano nel paese circa 75 mila tonnellate di polpo, provenienti principalmente da nazioni dell’Africa occidentale come Marocco e Mauritania, seguite da Messico e Senegal. Mentre le catture da questi paesi sono aumentate, gli stock di polpo spagnolo sono diminuiti nell’ultimo decennio.

La minaccia del riscaldamento delle acque

Il caso delle Asturie ha rappresentato un passo positivo verso una pesca sostenibile, ma il riscaldamento dell’oceano sta già avendo conseguenze su questa specie, le cui migrazioni rimangono tutt’oggi misteriose.

La scorsa estate, le acque dello Yucatán hanno raggiunto i 30°C—la temperatura più alta mai registrata su quella costa—mentre le acque tipicamente più fredde delle Asturie hanno toccato per la prima volta i 24°C nel 2018, ben al di sopra del range abituale.

A differenza dei mammiferi e degli uccelli, i cefalopodi come Octopus maya e Octopus vulgaris sono ectotermi, cioè dipendono da fonti di calore esterne per regolare la propria temperatura corporea L’aumento della temperatura del mare causa al mollusco un maggior consumo di energia e di ossigeno, alterando funzioni basiche come la capacità riproduttiva.

Le femmine, infatti, cessano di produrre uova con temperature superiori a 27°C, come spiega Carlos Rosas Vázquez, ricercatore dell’Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) e membro del Cephalopod International Advisory, che ha studiato questo fenomeno per più di dieci anni. 

 “Nell’Octopus maya abbiamo osservato che il limite termico si aggira intorno ai 27°C”, afferma Carlos Rosas Vázquez, ricercatore dell’Universidad Nacional Autónoma de México (Unam) e membro del Cephalopod International Advisory. “Oltre questa temperatura, varie funzioni vengono compromesse perché gli animali non riescono a fornirsi abbastanza di ossigeno”. 

Rosas sostiene che le femmine sottoposte a stress termico, durante il processo di formazione delle uova, potrebbero produrre cellule con alterazioni molecolari. Questo potrebbe portare alla nascita di embrioni con gravi problemi biologici, causando malformazioni che determinano un deterioramento precoce e, infine, la morte.

L’adattamento del settore ittico deve prendere in considerazione il fattore climatico urgentemente, considerando che Rosas e altri ricercatori ritengono che i polpi migrino cercando acque più fredde, lungo la costa e nei fondali più profondi. Le mutevoli condizioni oceaniche stanno già quindi influenzando la pesca di specie tradizionalmente sedentarie.

Di fronte a tali cambiamenti di temperatura, Francia, Portogallo e Spagna, che lavorano sotto l’egida di un consiglio consultivo regionale, stanno proponendo un aumento della taglia minima nazionale di cattura a oltre 1 kg sia per i polpi maschi che per le femmine, nel tentativo di favorire il ripopolamento lungo le coste portoghesi e spagnole, dove questa specie è tipicamente pescata.

L’Octopus Vulgaris è apparso fino alle acque fredde della Bretagna, nel Nord della Francia, e nel Regno Unito, cosa a cui i pescatori locali non erano abituati, ma che si stanno rapidamente adattando vista la domanda di mercato.

“Dobbiamo fare qualcosa al più presto. Dobbiamo farlo ora perché abbiamo risorse e conoscenza. E’ meglio cominciare a prendere già contromisure e applicare le tecniche per la produzione sostenibile, introducendole poco alla volta” dice Rosas. 

🤝 Questo articolo è stato realizzato con il sostegno del Pulitzer Center’s Ocean Reporting Network

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