“Chiediamo loro di smettere. Chi è a favore?”
Dopo diverse ore di discussione al consiglio europeo del 26 e 27 ottobre, i Ventisette hanno finalmente approvato una posizione comune sulla spinosa questione del conflitto tra Israele e Hamas. Con un vocabolario scelto con cura il documento ribadisce il diritto di Israele a difendersi, sottolineando al contempo la necessità di proteggere i civili e di garantire che gli aiuti umanitari vengano inviati e ricevuti dagli abitanti della Striscia di Gaza.
L’Unione europea è lungi dal presentarsi unita in questo conflitto: mentre alcuni paesi, come Germania e Austria, dichiarano un sostegno indefettibile a Israele, altri, come Irlanda e Spagna, sembrano condividere maggiori affinità con la popolazione palestinese e sostengono una risoluzione diplomatica e pacifica del conflitto.
Per il momento, il suo esito sembra molto incerto, poiché Israele intensifica le operazioni di terra nella Striscia di Gaza. Secondo il ministero della sanità di Gaza, più di 8.300 palestinesi sono già morti dall'inizio della risposta israeliana all'attacco terroristico del 7 ottobre di Hamas, che ha causato più di 1.400 morti.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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