Rassegna Europolis

L’Europa svolta a destra? 

A sei mesi dalle elezioni europee, siamo a un punto di svolta per le destre? I temi promossi da 25 anni dalla destra radicale, con l'immigrazione in cima all'agenda, hanno invaso l'intero dibattito pubblico.

Pubblicato il 16 Novembre 2023 alle 09:28

L’estrema destra è (ri)entrata nella politica europea da tempo, guadagnando terreno a partire dagli anni Duemila. Ma nelle ultime settimane, diversi mezzi d'informazione e analisti politici si sono concentrati sul fatto che i partiti di estrema destra stanno prendendo radici nei dibattiti di tutto il continente. La ricomposizione del panorama politico avrà probabilmente un impatto "sull'equilibrio politico dell'Unione alle elezioni europee del giugno 2024", analizzano i ricercatori Gilles Ivaldi e Andreu Torner in The Conversation (FR).  

L'esempio forse più emblematico è quello del Rassemblement National (RN, ex Front National) in Francia: con il 28 per cento  delle intenzioni di voto secondo il sondaggio condotto dall'istituto Ifop il 17 ottobre, il RN è salito di 3 punti rispetto all'ultimo di agosto e sta "aumentando il divario con i suoi concorrenti", riporta Davide Basso su Euractiv (FR), che sottolinea che "nelle elezioni del 2019 il RN e il partito presidenziale (La République en Marche, ora Renaissance di Emmanuel Macron) erano alla pari, mentre il divario è ora di 8 punti". "Di fronte al crollo del suo alleato Matteo Salvini in Italia, il RN potrebbe prendere la guida del gruppo Identità e Democrazia (ID), che riunisce l'estrema destra euroscettica nel parlamento europeo", scrive Basso.

In Portogallo, paese a lungo considerato un'eccezione, l'estrema destra si è affermata. Il partito Chega, nato all'inizio del 2019 ed entrato in parlamento nel gennaio 2022, si è affermato come terza forza elettorale del paese, a pochi mesi dalle elezioni anticipate del 10 marzo in seguito alle dimissioni del primo ministro António Costa.


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La retorica politica si è inasprita contro gli immigrati in Svezia da quando i Democratici di Svezia, partito di estrema destra, sono arrivati secondi alle elezioni parlamentari del 2022. L'editorialista Ann-Sophie Hermansson, del partito socialdemocratico ed ex sindaco di Göteborg, seconda città del paese, ha scritto sul Göteborgs-Posten che il problema dell'ascesa dell'islamismo in Svezia non è stato affrontato in tempo.

In Germania, l’AfD ha superato i tre partiti della coalizione di governo nelle elezioni regionali dell'8 ottobre scorso, confermando la sua posizione in Baviera dopo i precedenti successi in Turingia, riporta la Tageszeitung.

In Spagna, il partito di estrema destra Vox, che a settembre è entrato al governo in una quinta regione grazie a un accordo di coalizione con il Partido Popular (PP) nella regione di Murcia, sta svolgendo un ruolo sempre più importante come agitatore politico, analizza El Confidencial.

La socialdemocrazia ha ancora un futuro?, si chiede il ricercatore Paolo Gerbaudo sulla rivista italiana di analisi politica e sociale Il Mulino. Secondo uno studio di Giacomo Benedetto, Simone Hix e Nicola Mastrorocco citato nell'articolo, "se i partiti socialdemocratici europei un tempo avevano in media più del 40% dei voti adesso sono ridotti attorno al 20%. Il caso di relativo successo del Psoe spagnolo non dovrebbe illudere rispetto a tale fosco quadro generale. Il timore è che le prossime elezioni europee segneranno un'ulteriore batosta". Tuttavia, il ricercatore vede una possibile “inversione di rotta rispetto al non-interventismo dello stato e alla dottrina del mercato auto-regolante della fase neoliberista".

In Polonia, i risultati delle elezioni legislative del 15 ottobre hanno visto la vittoria dell'opposizione guidata dall'ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha posto fine a otto anni di regno del PiS. "Abbiamo di nuovo speranza", ha scritto la sera delle elezioni l'editorialista Michael Sutowski sulla rivista di sinistra Krytyka Polityczna (PL), che vede nella scuola e nell'istruzione, minate dalle politiche del PiS, una delle principali priorità del nuovo governo.

Nel frattempo, gli economisti francesi Julia Cagé e Thomas Piketty, autori di Une histoire du conflit politique. Elections et inégalités politiques en France. 1789-2022 spiegano sul Guardian perché la deriva a destra dell'Europa non è inevitabile. A patto che i partiti di sinistra smettano di smarrirsi sulla questione dell'immigrazione, un "vicolo cieco politico" nel loro tentativo di riconquistare gli elettori della classe operaia perduti.

Integrare le politiche dei partiti di estrema destra non è una strategia vincente per i socialdemocratici e i sindacati, confermano Daphne Halikiopoulou e Tim Vlandas in uno studio per l'ETUI (Istituto sindacale europeo) intitolato "Come contrastare le politiche di esclusione dell'estrema destra con un programma progressista di inclusione e uguaglianza" (EN), in cui si conclude che "affrontare le questioni di sicurezza non è una cosa scontata".


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