Idee L’appello della sociéta civile
Une manifestation de Pulse of Europe à Wiesbaden, en mars 2017.

Reinventiamo insieme un’Europa migliore!

L'elezione del filoeuropeo Emmanuel Macron alla presidenza della Francia interviene in un momento in cui i cittadini europei manifestano sempre più nelle piazze e con il loro voto il loro attaccamento – e a volte le loro critiche – all'Unione. È giunta l'ora di trasformare questo movimento di fondo in vera e propria riforma in profondità dell'UE, afferma un gruppo di personalità europee riunite intorno a Civico Europa.

Pubblicato il 10 Maggio 2017 alle 16:19
Martin Kraft  | Une manifestation de Pulse of Europe à Wiesbaden, en mars 2017.

Sulla scia delle elezioni ungheresi, austriache e olandesi, l’elezione di Emmanuel Macron, un europeista convinto, in qualità di presidente della Repubblica francese, crea un’opportunità storica per rifondare senza indugio il progetto europeo. Ecco perché abbiamo deciso di aprire da oggi un ampio dibattito civico continentale con l’obiettivo di coinvolgere i nostri cittadini nella scrittura di un nuovo capitolo nella storia della nostra Unione europea.

Esattamente un anno fa, su queste stesse colonne, avevamo chiamato a una tabella di marcia concreta per un nuovo rinascimento europeo. Avevamo chiamato i nostri concittadini, i dirigenti e gli opinion leader — provenienti da tutte le generazioni e da tutte le sensibilità dei diversi paesi dell’Unione europea — a mobilitarsi a tutti i livelli contro le tentazioni di ripiegamento nazionalista e a promuovere un nuovo spirito civico europeo. Li invitavamo allo stesso modo a federarsi per creare le condizioni per una reinvenzione dell’Unione europea con la preoccupazione di rimettere il cittadino al centro del progetto. Il momento di questa trasformazione è arrivato. È tempo di fare dell’Unione europea una potenza politica, democratica, industriale, culturale, ecologica e sociale in grado di difendere gli interessi e i valori dei nostri concittadini, una potenza che sia un attore centrale nella globalizzazione e non più un osservatore passivo e molle.

Per molti aspetti, il nostro appello è stato ascoltato. Lo shock del risultato negativo del referendum britannico, la nuova situazione internazionale con l’elezione inaspettata di Donald Trump e l’irrigidimento russo, hanno accelerato la consapevolezza dell’urgenza di un fronte comune europeo. Come affrontare altrimenti le sfide concrete di gran lunga superiori al piano nazionale e dare nuova vitalità alle nostre democrazie? In tutta l’Unione, dal Portogallo alla Polonia, dalla Germania alla Romania, passando per la Francia, l’Italia e gli Stati baltici, i cittadini sono scesi in piazza per dimostrare il loro attaccamento nei confronti dell’Unione. Nuovi movimenti – come Pulse of Europe, Stand up for Europe o Civico Europa – sono nati.

L’Eurobarometro e le inchieste d’opinione negli ultimi nove mesi hanno dimostrato un ritorno di attaccamento al progetto europeo senza precedenti dall’inizio della crisi finanziaria, e la convinzione che l’Ue dovrebbe rafforzare la sua capacità d’azione per la sicurezza, la lotta al terrorismo, la gestione delle migrazioni o ancora per la regolamentazione della globalizzazione in materia commerciale, finanziaria, ambientale e sociale. Questa dinamica si è tradotta a livello politico. Alcuni Capi di Stato e di governo ci hanno coinvolto nella loro riflessione, l’Unione europea ha delineato in occasione del 60 ° anniversario dei Trattati di Roma i contorni della tabella di marcia che chiedevamo. Alcune delle nostre proposte come quelle sul pilastro dei diritti sociali, sulla sicurezza o sulle liste transnazionali sono ormai discusse in seno al Consiglio dei ministri dell’Ue.

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Inoltre, i leader nazionali e i cittadini non esitano più ad ostentare la loro convinzione europea. Piuttosto che opporre orgoglio nazionale e ambizione europea, non hanno più paura di affermare che le due cose si rafforzano a vicenda. Il fallimento del referendum anti-europeo in Ungheria, le vittorie degli europeisti in Austria e nei Paesi Bassi, e ora la vittoria in Francia di Emmanuel Macron — che ha messo nel cuore della sua campagna la rifondazione del progetto europeo — illustrano questo contesto storico favorevole.

Oggi abbiamo un dovere di azione collettiva e ognuno di noi sente la responsabilità di impegnarsi. Siamo consapevoli che la dinamica di frammentazione delle nostre società è sempre all’opera: è urgente rafforzare il nostro potenziale di crescita, lottare con vigore contro le disuguaglianze e inventare i diritti e le libertà del futuro, per dare a ciascuno prospettive durevoli di avvenire e di inclusione democratica. Senza questo, sarà la coesione dei nostri paesi e dell’Unione ad essere minacciata. Per cambiare la situazione, è importante che ciascuno si assuma le proprie responsabilità senza più rinviare, gli Stati, l’Unione, ma anche i cittadini e gli opinion leader. Questo è quello che cerchiamo di fare oggi con i mezzi e le risorse limitate di cui disponiamo, impegnandoci e rilanciando di nuovo l’iniziativa.

“Quale via europea per un futuro migliore?” Come associare concretamente i nostri cittadini alla ricerca di soluzioni positive? Queste le sfide di un grande dibattito pubblico che apriamo questo 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa, a Bruxelles, capitale dell’Unione, con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea. Abbiamo messo proposte concrete sul tavolo dei leader europei — come ci avevano d’altra parte domandato i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo — invitando a un riequilibrio del progetto europeo e a prendere meglio in considerazione le preoccupazioni dei nostri concittadini, sintetizzabili in sette pilastri: la democrazia, l’istruzione e la cultura, la dimensione sociale, lo sviluppo sostenibile, l’economia e l’industria, la moneta e, naturalmente, la sicurezza, la difesa e la politica estera. Ma noi vogliamo andare oltre.

Per rinvigorire le nostre democrazie rappresentative ci sembra urgente favorire la nascita di una vera democrazia deliberativa e partecipativa europea. Proponiamo dunque di organizzare un nuovo processo partecipativo europeo in autunno — con lo scopo di coinvolgere i cittadini in modo continuo alla definizione delle priorità e dei progetti politici dell’Unione — che si tradurrà in convenzioni civiche diffuse sul territorio dell’Unione, coinvolgendo la responsabilità dei cittadini. Chiunque sia convinto che l’avvenire debba essere inventato insieme si unisca a noi e ci sostenga!

  • Firmato dai membri di Civico Europa (civico.eu), già promotore dell’appello per un nuovo Rinascimento europeo del 9 maggio 2016. Guillaume Klossa (FR), autore, promotore di Civico Europa e dell’appello per un nuovo Rinascimento europeo, fondatore di EuropaNova e degli Stati Generali d’Europa, ex sherpa del Gruppo di riflessione sul futuro dell’Europa (Consiglio europeo); Mercedes Bresso (IT), Europarlamentare, ex presidente del Comitato delle Regioni; Elmar Brok (DE), Europarlamentare, ex Presidente della Commissione Affari Esteri, Partito popolare europeo; Daniel Cohn-Bendit (FR), ex presidente del gruppo “Les Verts”, Parlamento europeo; Felipe González (ES), ex primo ministro, ex Presidente del gruppo di riflessione sul futuro dell’Europa (Consiglio europeo); Sandro Gozi (IT), Sottosegretario agli Affari europei; Alain Juppé (FR), ex primo ministro, sindaco di Bordeaux; Roberto Saviano (IT), scrittore; Guy Verhofstadt (BE), ex primo ministro, presidente del gruppo “ALDE”, Parlamento europeo; Wim Wenders (DE), regista.*

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