Il benvenuto dell’Europa

Pubblicato il 7 Settembre 2021 alle 10:56

Nella vignetta: "Hostess", sulla camicia: "Benvenuti rifugiati afghani".

Il 1° settembre, gli Stati membri dell'Ue si sono impegnati a fornire sostegno economico ai Paesi al confine con l'Afghanistan per aiutarli a gestire il flusso di rifugiati generato dall'arrivo al potere dei talebani. Questo, invece di trovare un accordo per una politica d'asilo condivisa nell’Ue. 

Il timore, infatti, è che così facendo l'Europa attrarrebbe ancora più persone, creando una situazione simile a quella della crisi dei rifugiati siriani nel 2015. La Commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson, si è detta convinta dell'importanza per l'Ue di aiutare il popolo afghano in Afghanistan. "È importante capire cosa possiamo fare ora per evitare una crisi umanitaria, e con essa una crisi migratoria." La Commissaria ha accettato di indire un Forum di alto livello sul reinsediamento il mese prossimo, per discutere il potenziale reinsediamento "degli afghani più vulnerabili, in particolare donne e bambini ma anche attivisti per i diritti umani, giornalisti ed avvocati."

Mentre alcuni Paesi europei si sono proclamati determinati ad accogliere i rifugiati afghani, altri hanno rifiutato di fornire alcun tipo di aiuto. Lo scorso 22 agosto il Primo Ministro sloveno Janez Janša, che detiene la presidenza del Consiglio europeo, ha twittato: "Non è compito dell'Europa né della Slovenia aiutare e pagare chiunque nel mondo stia fuggendo invece di lottare per la propria patria."

Un'accoglienza fredda, per usare un eufemismo.

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