È "la tendenza più in voga in tema di sviluppo urbano", scrive Irene Tinagli su La Stampa: "far leva su fattori creativi ed immateriali come l’arte, la cultura, la musica o il design per promuovere una nuova immagine della città, per attrarre artisti, giovani professionisti e imprenditori innovativi". L'esempio più citato in tema è quello di Berlino, che ormai da anni ha introdotto un sistema di agevolazioni fiscali e aiuti per artisti e per tutte le organizzazioni che vogliano impegnarsi in attività culturali.
Ma non basta replicare queste ricette per avere la garanzia del successo, come dimostrano i molti tentativi d'imitazione falliti. "L’approccio giusto non sta in un’opera, un museo o un festival, ma nella mentalità, nello spirito che le anima, in un modo di vedere e interpretare la cultura, l’arte e la creatività non come oggetti da mettere in vetrina e vendere per fare cassa, ma come un mondo fatto di persone, idee, produzione e innovazione".
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Hai avuto accesso all’articolo completo.
Ti va di sostenere il nostro lavoro? Voxeurop dipende dagli abbonamenti e dai contributi di chi lo legge.
Scopri le nostre offerte a partire da 6 euro al mese e i vantaggi riservati a chi si abbona.
Mi abbono
Oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza.
Do il mio contributo
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >