Il 15 dicembre uno sciopero generale — il secondo da quando si è insediato il governo liberal-conservatore di Charles Michel, a inizio ottobre — ha paralizzato il paese per 24 ore. “Aeroporti chiusi, treni, tram, autobus, fermi, scuole e asili nido chiusi, ospedali al minimo. Numerose imprese costrette a chiudere perché i dipendenti non sono potuti andare al lavoro o perché dei picchetti ne bloccano l’ingresso”, riferisce Le Soir. I principali sindacati, all’origine dello sciopero, volevano protestare contro il piano di austerity da 11 miliardi di euro del governo conservatore-liberale di Charles Michel, e in particolare contro i tagli ai servizi pubblici, la cultura e i trasporti, contro lo spostamento dell’età pensionabile da 65 a 67 anni nel 2030 e contro la fine dell’indicizzazione degli stipendi sull’inflazione.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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