All'indomani del compromesso sul tetto del debito americano, il Volkskrant sottolinea che "i populisti stanno prendendo la crisi in ostaggio". Secondo il quotidiano olandese, in appena due settimane i leader politici di entrambe sponde dell'Atlantico "sembrano essere riusciti a evitare il fallimento della diciassettesima (Grecia) e della prima economia (Stati Uniti) del mondo". In realtà, le soluzioni scelte dimostrano che tutti hanno agito in funzione dei propri interessi. "Il piano di salvataggio per la Grecia è un labirinto nel quale non si raccapezzano più nemmeno gli esperti di finanza. Il programma di austerity americano è un tubo vuoto che mostra benissimo ciò che non è stato deciso (l'aumento delle tasse) e non specifica cosa succederà davvero in futuro".
"I leader europei hanno aiutato la Grecia, ma si rifiutano di aumentare il fondo di salvataggio in modo da permettere ad altri paesi di farne uso. I politici di Washington hanno innalzato il tetto del debito, ma non hanno intenzione di ristrutturare il debito sovrano attraverso un aumento delle tasse". Per assecondare le voglie dell'elettorato, i potenti di Washington e Bruxelles hanno dovuto contenersi. Secondo il Volkskrant, le ragioni della titubanza dell'Ue e degli Usa sono legate alla "paura crescente del populismo, che in alcuni stati (Olanda, Finlandia) ha addirittura preso il governo in ostaggio, mentre in altri minaccia di farlo" da un momento all'altro. Il quotidiano si rammarica del fatto che Barack Obama, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, preoccupati dall'approssimarsi degli appuntamenti elettorali, stiano ignorando "un'occasione storica per l'accelerazione dell'integrazione europea e per un ruolo di maggior rilievo del governo federale", abbandonandosi invece "a concessioni politiche nei confronti di populisti come Marine Le Pen, la Bild Zeitung o il Tea Party".