La stazione balneare di Sopot, vicino a Danzica

Un paese di anziani

Entro il 2035 la Polonia potrebbe ritrovarsi con 2,5 milioni di abitanti in meno e con un’età media molto più elevata. Una prospettiva che minaccia la stabilità economica e il ruolo del paese in Europa.

Pubblicato il 8 Ottobre 2013 alle 11:08
La stazione balneare di Sopot, vicino a Danzica

Che aspetto avrà la Polonia tra qualche decina di anni ? Sarà un paese la cui economia ha poco peso nella politica europea, dove è più facile incontrare pensionati seduti su una panchina che bambini che giocano spensierati.

Questo sarà probabilmente l’anno di un triste record per la crescita demografica in Polonia. Secondo i dati dell’Ufficio centrale di statistica (Gus), nei primi sei mesi del 2013 il paese ha registrato 183mila nascite contro 202mila decessi. Se questa tendenza proseguirà, la popolazione polacca diminuirà quest’anno di 40mila abitanti, l’equivalente di una città come Sopot.

Certo, questa non è la prima volta che la crescita demografica fa registrare il segno negativo nel paese, e la stessa cosa accadde nel 2002-2005. Ma oggi la situazione è particolarmente preoccupante. Finora il calo demografico più vistoso mai registrato dopo la Seconda guerra mondiale è stato nel 2003, quando la popolazione polacca scese di 14mila unità.

La crescita di 1,500 persone registrata l’anno scorso probabilmente non si ripeterà più negli anni a venire, forse per decenni. Secondo le previsioni del Gus i decessi continueranno a superare le nascite con un disavanzo di 110mila polacchi nel 2025 e di 178mila nel 2035. Complessivamente, da qui al 2035 la nostra popolazione diminuirà di 2,5 milioni di abitanti, il che equivale a far sparire dalla carta geografica la regione di Łódź.

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Saremo dunque sempre meno e sempre più vecchi. Già ora i trentenni rappresentano la fascia di età più importante del paese, tanto che i polacchi tra i 50 e i 60 anni sono più numerosi dei bambini di età inferiore a dieci anni. Alla fine dell’anno prossimo la fascia d’età prevalente nella società sarà quella dei 40-50enni, e i settuagenari supereranno il numero complessivo degli adolescenti. Nel 2035 in Polonia una donna su due avrà più di 50 anni e un uomo su due supererà i 46 anni.

Anche se in teoria il numero delle persone attive nel lavoro, ovvero la fascia di età 18-59 anni per le donne e 18-64 per gli uomini, dovrebbe restare ai medesimi livelli nei prossimi anni, il futuro non appare roseo. In realtà la percentuale di persone che non sono ancora entrate nel mondo del lavoro diminuisce progressivamente mentre aumenta quella di chi ne esce, e a lungo termine questo fenomeno porterà a due problemi: quello della mancanza di manodopera e soprattutto quello del mantenimento del sistema pensionistico.

L’invecchiamento della popolazione imporrà molti cambiamenti nell’organizzazione delle nostre società. [[Serviranno meno scuole materne e più case di cura, e la specializzazione dei medici del futuro non sarà la pediatria ma la geriatria]].

Sarà più facile guadagnarsi da vivere occupandosi degli anziani che dei bambini. Alcuni settore economici, come la produzione di attrezzature mediche, l’assistenza e il turismo dedicato agli anziani presentano un grande potenziale di sviluppo. In realtà quando la maggior parte dei polacchi avrà cresciuto i propri figli, non ci saranno più bambini, e la popolazione sarà quindi in grado di soddisfare meglio i propri bisogni di consumo.

Il futuro non interessa

I programmi dei partiti politici saranno anch’essi corretti. Invece di offrire una visione a lungo termine, che in ogni caso non è il punto forte dei nostri partiti politici, o di parlare di grandi investimenti per il futuro, i nostri politici si accontenteranno di gestire i problemi immediati della popolazione anziana, come l’assistenza sanitaria o le pensioni.

Gli sviluppi demografici cambieranno anche l’equilibrio dei poteri nell’Unione europea, il cui sistema di voto tiene conto della popolazione dei paesi. La Polonia non sarà l’unico paese interessato dal fenomeno, ma sarà senza dubbio tra quelli che ci rimetteranno.

Per comprenderlo basta mettere a confronto Polonia e Spagna: nel 1990 la popolazione dei due paesi era pressoché identica (38 milioni di abitanti in Polonia e 38,8 in Spagna). Eppure secondo le previsioni dell’Onu nel 2050 la Polonia conterà 34 milioni di abitanti contro 48 milioni di spagnoli.

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