A quasi due settimane dall’inizio delle proteste contro il governo di Recep Tayyip Erdoğan, durante il fine settimana migliaia di persone hanno nuovamente occupato piazza Taksim, a Istanbul. Altre manifestazioni si sono svolte ad Ankara e Smirne.
Il primo ministro ha moltiplicato gli incontri con i suoi sostenitori, sottolineando che la sua pazienza “ha un limite” e invitando i suoi avversari a batterlo alle elezioni municipali in programma a marzo 2014. Questo atteggiamento tende più a “gettare benzina sul fuoco che a spegnerlo”, sottolinea Radikal:
la mobilitazione di massa contro i manifestanti, le provocazioni, i ricatti, le minacce contro la borghesia laica e la promessa di usare il pugno di ferro contro i manifestanti (strumentalizzando anche la religione) sono una strada pericolosa.
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >