"Zitto e mosca!"

“Faire mouche” in francese significa fare centro, fare colpo; “die Fliege machen” o “eine Fliege machen” in tedesco vuol dire spazzare via, chiarire. Risparmiare la vita di questo fastidioso insetto è considerato un gesto di grande gentilezza in Spagna, in Svezia, in Lettonia e in Francia. Segue una selezione di varie espressioni nelle lingue dell'Europa con una cosa in comune: si parla di mosche.

Pubblicato il 10 Luglio 2009

In Europa, qualcuno che non potrebbe “faire du mal à une mouche”, “fare del male a una mosca” è considerato all’unanimità come un bonaccione. I prepotenti dal bicipite guizzante (Presidenti degli Stati Uniti o meno) possono andarsi a nascondere perché in mezza Europa si considera che il non molestare le bestioline dimostra un carattere gentile e buontempone. In Germania si dice “egli non poteva volare, fare qualcosa di dannoso”, (“er könnte keiner Fliege etwas zu Leide tun”), in Spagna “non farebbe danno a una mosca” (“No haría daño ni a una mosca”), ed in Svezia non disturbare una mosca (“ej göra en fluga förnär”), senza dimenticare il Lettone (“neizdarīs mušai pāri”).

Eppure l’abito non fa il monaco. Gli inglesi diffidano di chi, in apparenza, sembrerebbe tanto servizievole: “He looks like he wouldn’t hurt a fly, but he’s a wolf in sheep’s clothing”, immaginandosi che pur sembrando incapace di uccidere una mosca, questa persona sia in realtà un lupo travestito da pecora. Anche in Spagna si dice “è un lupo con la pelle dell’agnello”, “es un lobo con piel de cordero”.

Ma torniamo al punto. Ai tempi del Re Sole, nel secolo Diciassettesimo, le donne eleganti e civettuole si divertivano ad applicare sul loro volto dei finti nei per esaltare il candido biancore della loro “peau de pêche”, una pelle considerata setosa come la buccia delle pesche. Questo finto neo, chiamato “mouche” perché simile ad una mosca, avrebbe dovuto ingolosire i pretendenti della reggia di Versailles come mosche sulla marmellata. Se il corteggiatore in questione assomigliava a un rospo, le signore potevano allora dirgli di “aller faire la mouche”, di “andare a fare la mosca”, cioè di girare al largo, un po’ come l’espressione tedesca “Mach die Fliege”.

Così facendo, nascoste dietro il loro ventaglio, le dame di corte “faisaient mouche”: “facevano colpo” riuscendo anche ad allontanare i corteggiatori invaghiti ma indesiderati.

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Jane Mery e Pierre-Anthony Canovas, traduzione di Lidia Falcucci

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