Raramente un voto in Germania era stato così carico di aspettative come queste elezioni europee. In ballo non c’è solo il futuro del candidato dell’Unione cristiano sociale (Csu) Manfred Weber, capogruppo dei Popolari europei (incoraggiato dalla cancelliera Angela Merkel a correre per questo ruolo) e probabile nuovo presidente della Commissione europea.
Politici e mezzi di informazione presentano il voto come un confronto fatidico che ha come posta in gioco il mantenimento di pace, libertà e benessere in Europa. I partiti della coalizione al governo – Unione cristiano democratica (Cdu), Csu e Partito socialdemocratcico (Spd) –, ma anche Verdi e Liberali, ricorrono allo stesso argomento: gli interessi tedeschi e quelli europei vanno di pari passo, come ha ripetuto anche il ministro degli esteri Heiko Maas (Spd).
A Berlino i partiti sono spariti dalla scena, ci sono solo europeisti. Ma questo non aiuta a coinvolgere i cittadini, che anzi riescono a malapena a scorgere le differenze. In un recente sondaggio, più del 50 per cento dei sostenitori di Cdu/Csu e di Spd ha dichiarato che nel dibattito elettorale i programmi dei partiti si distinguono lievemente o per niente.
Invece di parlare di politiche europee, però, a Berlino si è discusso per giorni della proposta del capo della sezione giovanile dell’Spd di “espropriare” la casa automobilistica Bmw. I cristianodemocratici hanno evocato lo spettro di un ritorno al socialismo, distogliendo così l’attenzione dalle loro debolezze. Finora, il loro candidato di punta Weber non è stato molto convincente: solo una persona su quattro sa chi sia. […] **Continua a leggere l'articolo su Internazionale.it.