Idee Dopo le elezioni europee in Slovenia
Dettaglio di un murale a Ljubljana.

Incastrata tra autoritarismo e “normalità”

Le tendenze autoritarie in Slovenia stanno dando forma ad una nuova normalità che diventa preoccupante con l'intensificarsi della polarizzazione strisciante della vita pubblica.

Pubblicato il 28 Agosto 2019 alle 09:00
discosour | Flickr CC BY-SA 2.0  | Dettaglio di un murale a Ljubljana.

Il Partito democratico sloveno (Sds) di Janez Janša e il Partito popolare sloveno (Sls) sono i vincitori delle elezioni europee in Slovenia. La loro lista congiunta ha ottenuto un 26,4 per cento dei voti piuttosto convincente, ottenendo così tre seggi su otto. Due partiti della coalizione di governo, i socialdemocratici (Sd) e la Lista Marjan Šarec (Lmš), si sono assicurati due seggi rispettivamente del 18,6 per cento e del 15,6 per cento.

Il successo di Janša è relativo se si considera che ha ottenuto meno di tre quinti del sostegno che i partiti della coalizione avversaria hanno conquistato insieme. Tuttavia questo è il terzo successo consecutivo per la Sds in un breve periodo di tempo.

L'anno scorso Janša, forte e devoto alleato del primo ministro ungherese Viktor Orbán e del suo partito di destra Fidesz, ha vinto le elezioni legislative. Nonostante ciò, non è stato in grado di formare una coalizione dopo che l'attuale primo ministro, Marjan Šarec, ha formato un governo di minoranza con gruppi liberali moderati. Più tardi, nel 2018, la Sds ha ottenuto anche il maggior numero di incarichi di sindaco alle elezioni locali.

Sotto il velo della normalità

Per ora, gli imitatori sloveni di Orbán sembrano essere vittoriosi, ma non del tutto efficaci dal punto di vista politico. In contrasto con la retorica prevalente in Ungheria, durante la campagna elettorale non si è parlato molto dei valori cristiani e della loro importanza per l'identità europea, poiché ciò avrebbe presumibilmente giovato ai democratici cristiani del partito Nova Slovenija, che ha ottenuto l'11,1 per cento e un seggio al parlamento europeo.

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Orbán ha finanziato illegalmente la campagna parlamentare della Sds nel 2018 e sta investendo indirettamente anche nelle operazioni mediatiche di Janša. Nel suo discorso, solo una settimana prima delle elezioni europee, ha sottolineato che né gli sloveni né gli ungheresi vogliono l'immigrazione clandestina e che entrambi i paesi hanno bisogno di controlli rigorosi alle frontiere. In seguito ha confessato apertamente la sua lunga amicizia con l'eurodeputato della Sds Milan Zver.

Lo svolgimento relativamente pacifico della campagna elettorale è stato caratterizzato da slogan anti-immigrazione e da un'ampia paura, prevalentemente incentrata sull'emozionante storia di quattro rifugiati che hanno rapito un contadino locale al confine croato-sloveno. In generale, il paese rimane politicamente polarizzato, intrappolato tra tendenze autoritarie e ripetuti sforzi per combatterle. Tali sforzi sono fatti per lo più sotto il velo della "normalità" da parte di quei politici liberali e centristi che stanno cercando di porre fine al dominio di Janša.

Cet article est publié en partenariat avec Eurozine

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