"La Francia entra in guerra", annuncia Libération in seguito all'intervento "su richiesta dell'Onu" della forza francese Licorne (1.650 soldati) in Costa d'Avorio. I francesi sono schierati a sostegno dei caschi blu dell'Unoci, la missione delle Nazioni Unite. Il 4 aprile alcuni elicotteri dell'Unoci e dell'aviazione francese hanno bombardato le truppe del presidente ivoriano uscente Laurent Gbagbo. Quest'ultimo rifiuta di cedere il potere al suo rivale Alassane Ouattara, riconosciuto come vincitore delle elezioni del novembre 2010 dalla comunità internazionale. "L'intervento da parte dell'Onu e di una ex potenza coloniale [la Costa d'Avorio ha ottenuto l'indipendenza nel 1960] è senza dubbio qualcosa di mai visto dopo la decolonizzazione", scrive Libération.
L'operazione viene giustificata in virtù della risoluzione 1975 adottata a fine marzo dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. "In Libia come in Costa d'Avorio, nonostante le smentite di Sarkozy, la Francia interviene e prova a far sloggiare con la forza Gheddafi e Gbagbo", commenta Libération. Anche se le ragioni umanitarie sono reali, prosegue il quotidiano di sinistra, "Sarkozy sta trascinando la Francia in due missioni pericolose". "Come mai questa volontà di proteggere i civili non ha permesso di evitare il massacro di Duékoué (nell'ovest del paese) di cui sono apparentemente responsabili le forze di Ouattara?". Secondo Libération in Libia come in Costa d'Avorio "gli oppositori saranno sempre colpevoli agli occhi della popolazione di essere arrivati al potere sulle camionette di un esercito straniero".