“Se manterrà la forma attuale di gasdotto, South Stream non potrà funzionare sul territorio dell’Unione europea”, scrive Capital. Il settimanale bulgaro cita le dichiarazioni del direttore del mercato interno dell’energia Klaus-Dieter Borchardt, rilasciate durante un incontro “burrascoso” con alcuni rappresentanti della Russia a Bruxelles.
Secondo la Commissione i punti contestati negli accordi conclusi tra Gazprom e diversi paesi europei (Austria, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Russia, Serbia e Slovenia) sarebbero “almeno tre”: assenza di separazione tra produzione e trasmissione, monopolio sul trasposto e opacità della struttura tariffaria.
Capital ricorda che il 18 ottobre la Commissione ha comunicato alla Bulgaria le sue riserve, ma questo non ha impedito alle autorità di Sofia di inaugurare il 31 ottobre la costruzione della sezione bulgara del gasdotto.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >