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Il 20 novembre il tribunale di San Pietroburgo ha concesso la libertà su cauzione ad altri otto attivisti di Greenpeace, fermata dalla marina russa per aver abbordato una piattaforma di trivellazione nell’Oceano artico.
Venti dei 28 militanti arrestati sono stati rimessi in libertà, ma i due giornalisti che li accompagnavano sono ancora in custodia preventiva. Nrc Handelsblad sottolinea che la cauzione ammonta a 2 milioni di rubli a persona (45mila euro), e che al momento “soltanto la militante brasiliana Ana Paula Maciel è stata effettivamente scarcerata”.
Sul quotidiano olandese un responsabile legale di Greenpeace accusa gli “assistenti sociali” russi di aver provato a estorcere informazioni ai militanti detenuti. Nrc ricorda che il 22 novembre il Tribunale internazionale del mare di Amburgo emetterà il suo verdetto nel processo intentato dai Paesi Bassi contro la Russia per ottenere la liberazione definitiva dei 30 membri dell’equipaggio. 

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

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