La troika ordina ad Atene di liquidare l’industria bellica

Pubblicato il 4 Settembre 2013

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Il 3 settembre la troika (Ue-Bce-Fmi) ha respinto il piano del governo greco per la ristrutturazione delle compagnie militari Larco (metallurgia), Elvo (veicoli) e Hds (sistemi di difesa) giudicandolo “irrealizzabile e senza risultati”. La troika vuole una soluzione più drastica per le aziende indebitate, come la messa in fallimento e il licenziamento senza indennità dei dipendenti, spiega I Kathimerini.

Secondo il quotidiano economico, che in prima pagina dedica un titolo al “coinvolgimento della troika nell’Eas”, si tratta del “capitolo più controverso” nei negoziati in corso in questo mese in vista dello stanziamento di una nuova tranche di aiuti.

Secondo I Kathimerini la mancanza di competitività delle aziende militari greche è dovuta essenzialmente

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agli intermediari che infestano il campo dei contratti militari. […] Il paese ha pagato più cari tutti i sistemi che ha acquistato in cambio della vaga promessa di un coinvolgimento delle società greche nella produzione. Si tratta di una delle maggiori truffe mai perpetrate in Grecia.

Il quotidiano attribuisce infine il declino dell’industria bellica greca

ai sindacalisti e ai politici nominati dai partiti. La Grecia non ha mai prodotto niente, e ogni volta che ci ha provato ha speso il triplo.

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