Per assicurarsi un futuro il Portogallo dovrà firmare a giugno 2014 un nuovo accordo con la Commissione europea e la Banca centrale europea, quando scadrà l’attuale intesa con la troika Ue-Bce-Fmi.
Diário de Notícias sottolinea che “il vario grado di severità delle condizioni del nuovo piano dipenderà dallo stato dell’economia del paese e dal livello di stabilità politica”, ma per Lisbona i termini dovrebbero essere più duri rispetto a quelli stabiliti per l’Irlanda, aiutata da suo stadio di ripresa economica e dalla stabilità della struttura politica.
Il quotidiano aggiunge che
nel caso del Portogallo il secondo programma non sembra più una precauzione, ma una necessità.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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