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Il 3 settembre il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker ha smentito le accuse secondo cui il suo ex ministro dell’economia Jeannot Krecke avrebbe partecipato a un traffico volto a finanziare il programma nucleare iraniano.
Il quotidiano spiega che “Nuqudy, un sito internet che sostiene di essere specializzato 'nell’attualità economica del Medio Oriente', ha accusato Krecke e un ex alto funzionario del suo ministero di aver “coperto e sfruttato un traffico di sigarette con l’Iran”. La merce sarebbe servita a finanziare società iraniane in Europa “il cui obiettivo era acquisire tecnologie e componenti per il programma militare di Teheran”.
Secondo Le Quotidien il sito Nuqudy, di cui "è impossibile risalire al direttore, presenta il Granducato come un paese dove regnano corruzione e nepotismo". Affermazioni che Juncker considera gravemente diffamatorie.

Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.

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