Nicolas Sarkozy e Angela Merkes al vertice straordinario del 7 maggio a Bruxelles.

Abbiamo salvato l’euro

L'accordo sul meccanismo di assistenza finanziaria da 750 miliardi di euro rassicura la stampa e i mercati. Anche se i suoi effetti sono ancora da verificare, si tratta già di un abbozzo di governo economico dell'Unione.

Pubblicato il 10 Maggio 2010 alle 16:08
Nicolas Sarkozy e Angela Merkes al vertice straordinario del 7 maggio a Bruxelles.

"Sessant'anni dopo la dichiarazione con cui Robert Schuman lanciava la costruzione europea, l'Unione vive la più grave crisi della sua giovane storia", afferma Le Figaro. "L'Ue ha adottato ieri la sua più importante decisione dalla creazione dell'euro nel 1999, l'istituzione di un meccanismo di assistenza finanziaria per i paesi dell'eurozona che hanno difficoltà a rimborsare il loro debito", sostiene El País. "Per il suo anniversario, l'Europa cerca di salvarsi dalla crisi", scrive România libera, secondo cui "se fino a poco tempo fa il problema sembrava confinato alla zona euro, la settimana scorsa è diventato chiaro che le sue proporzioni hanno assunto un carattere globale".

La decisione del 9 maggio "segna un prima e un dopo nella storia europea", osserva ancora El País, e un rappresenta un "gesto decisivo" che "getta le basi per ridurre l'evidente asimmetria tra un'unione monetaria quasi perfetta e l'assenza di integrazione politica". "I paesi potranno chiedere assistenza se saranno oggetto di 'serie minacce' in grado di provocare 'importanti cambiamenti finanziari'". Questo fondo, continua il quotidiano spagnolo, "è destinato soprattutto a proteggere l'Irlanda, il Portogallo, la Spagna e l'Italia, paesi che hanno già visto il loro debito impennarsi negli ultimi giorni".

"Il meccanismo di stabilizzazione europea potrà controbilanciare i dubbi sul destino di paesi come la Grecia, la Spagna e il Portogallo?", si chiede Dziennik Gazeta Prawna, per la quale "se i mercati reagiscono positivamente la fiducia nella zona euro potrebbe tornare a crescere". Gazeta Wyborcza è invece scettica sull'utilità del meccanismo di soccorso adottato a Bruxelles per salvare la Grecia. Per il quotidiano polacco è come "utilizzare del nastro adesivo per fermare un'emorragia". È quindi possibile che "si assista prossimamente a un nuovo episodio della tragedia greca".

"Chi avrebbe scommesso un euro sull'idea di un fondo di sostegno tra membri della zona euro solo un anno fa?", si chiede La Tribune: "l'euro si è costruito sul dogma del 'non salvataggio' di un membro del club da parte degli altri. Ma la crisi potrebbe ben presto avere effetti impensabili". Per Libération, "la decisione presa - con difficoltà - dai Ventisette è il primo passo verso un possibile miglioramento della situazione. Ma come immaginare per un solo momento che questo basterà a risolvere il caos che regna nella zona euro? La lezione della tragedia greca alla quale stiamo assistendo è che l'Europa non esiste o quasi".

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"La solidarietà diventa evidente solo in casi di grave pericolo, spesso per assecondare l'opinione pubblica", accusa Le Figaro. "Si tratta quindi di una struttura molto fragile. Ma non è detto che accada il peggio e nell'ipotesi più ottimistica verrà ricordato il messaggio che l'Europa si costruisce sulle crisi: nonostante i dissensi interni, finisce sempre per ritrovarsi sui punti fondamentali. Da un punto di vista politico, l'Europa cambia anche natura", aggiunge il quotidiano parigino, per il quale "la solidarietà finanziaria imporrà una nuova guida economica. L'influenza dei grandi paesi come la Francia e soprattutto la Germania finirà per essere rafforzata".

I ministri delle finanze dei Ventisette hanno lavorato duramente per un accordo prima della riapertura dei mercati, osserva Público, per il quale le discussioni a Bruxelles hanno avuto un'accelerazione dopo che Barack Obama, "preoccupato" da una diffusione della crisi agli Stati Uniti, "ha chiamato Angela Merkel"; "Alla Casa bianca i dubbi dell'epoca di Henry Kissinger sono finiti", aggiunge il quotidiano portoghese: "adesso si sa molto bene che numero comporre per parlare con l'Europa: quello di Berlino e non quello di Bruxelles".

"Come ha detto Marx, 'chi controlla Berlino controlla la Germania e chi controlla la Germania controlla l'Europa'", scrive De Standaard, per il quale "oggi più che mai il futuro a lungo termine dell'Unione e dell'euro sono interamente nelle mani dei tedeschi. Sono loro che decideranno se l'euro passerà alla storia come 'l'accordo monetario più durevole della storia europea'. Se così non fosse, l'euro potrebbe diventare 'il momento più alto di un movimento di integrazione europea dopo la seconda guerra mondiale terminato con la Grande recessione del ventunesimo secolo'".

Quando tutto sarà finito, "l'Europa ricorderà questa primavera 2010 ancora a lungo, ricorderà le bugie dei greci e i trucchi contabili degli altri stati dell'eurozona che hanno scosso i mercati finanziari con le loro scommesse senza scrupoli sul fallimento dello stato greco. Ma oggi queste settimane di crisi hanno anche rivelato quanto l'integrazione europea sia progredita", conclude Die Zeit. (adr)

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