Analisi Allargamento dell'Ue

La Georgia e l’Ue: così lontane, così vicine

Dopo il rifiuto dello scorso anno, la Georgia ha nuovamente l'opportunità di ottenere lo status di candidato all'Ue. La maggioranza della popolazione aspira all'adesione, unica soluzione per emancipare il paese dall’influenza dell’ingombrante vicino russo, sostiene la giornalista e ricercatrice georgiana Salome Belkania.

Pubblicato il 20 Giugno 2023 alle 10:36

“La Georgia appartiene all'Ue, così come il popolo georgiano”, ha dichiarato Annalena Baerbock suo discorso che ha fatto durante la visita in Georgia nel marzo scorso. La ministra degli esteri tedesca ha espresso in quella occasione il suo sostegno alla candidatura della Georgia all’adesione all'Unione europea

L'obiettivo della sua visita era di promuovere lo scambio diretto tra i due paesi, approfondire la cooperazione e sostenere la Georgia nel suo avvicinamento all'Ue e alla NATO, nonché nelle riforme necessarie all’adesione. Alla luce del rifiuto subìto dalla Georgia lo scorso anno da parte della commissione europea, la visita assume una certa importanza e ha generato una grande speranza tra la popolazione georgiana, che spera sia la volta buona per “entrare in Europa”. 

Chi vuole entrare nell’Ue? E perché la Georgia?

Secondo diverse inchieste d'opinione la maggioranza dei georgiani vuole entrare nell'Ue. Un sondaggio condotto dall'Istituto repubblicano internazionale (IRI) lo scorso  marzo ha rivelato che l'89 per cento della popolazione è favorevole all'adesione all'Ue, mentre  l'80 per cento desidera entrare nella NATO. Questa volontà viene espressa dai georgiani in diverse situazioni, prima tra tutte le proteste di marzo contro la "legge sugli agenti stranieri" che andava a colpire i mezzi d’informazione e le organizzazioni finanziate anche in parte da fonti occidentali. 

Inoltre, durante una delle più grandi manifestazioni del 2022, a giugno, alle quali ha partecipato un numero record di persone (tra le  120mila e le 160mila), si è sentito lo slogan "A casa in Europa" per protestare contro il rifiuto di Bruxelles di concedere lo status di candidato all'Ue.

Lo scorso maggio la figlia di Sergej Lavrov, ministro degli esteri russo, si è recata in Georgia per partecipare al matrimonio di alcuni parenti. La visita ha scatenato proteste e ha portato alla cancellazione dei festeggiamenti previsti dopo il matrimonio, che avrebbe dovuto svolgersi nei pressi di Tbilisi. Durante la manifestazione, la situazione è degenerata tra la polizia e gli attivisti, portando all'arresto di politici dell'opposizione e manifestanti.


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La visita della famiglia di Lavrov e la manifestazione hanno fatto seguito alla ripresa dei voli commerciali tra Tbilisi e Mosca, approvati dalla parte georgiana. Questo, a sua volta, ha scatenato le proteste.

Dal 2019 i voli tra i due paesi erano stati sospesi per decisione di Vladimir Putin, dopo che un deputato russo era stato in visita al parlamento georgiano, scatenando proteste di massa. Putin ha di recente anche annunciato l'abolizione dell'obbligo di visto per i cittadini georgiani, consentendo loro di rimanere in Russia per 90 giorni (analogamente ai paesi dell'Ue, dove dal 2017 possono viaggiare senza visto per 90 giorni). Queste decisioni potrebbero mettere ancora una volta a rischio il raggiungimento dello status di candidato all'Ue da parte della Georgia.

Il 29 maggio scorso Bruxelles ha inviato una nota diplomatica al governo georgiano esprimendo preoccupazione per la ripresa dei voli con la Russia. L'ambasciatore dell'Unione in Georgia, il polacco Paweł Herczyński, ha espresso il rammarico dell'Ue per la decisione del governo georgiano, sottolineando che questa scelta contraddice la posizione dei 27 stati membri. Non è la prima volta che i paesi dell'Ue assumono posizioni simili: è già successo nel febbraio 2023 dopo  l'incarcerazione del terzo presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili. 

Una priorità su dodici realizzata

Da un anno a questa parte la Georgia si è impegnata a soddisfare dodici “priorità” raccomandate dalla commissione europea nel giugno 2022, tra cui diversi cambiamenti e riforme in altrettante aree. Fra esse, la riforma giudiziaria, la de-oligarchizzazione, la lotta alla criminalità organizzata, il miglioramento del panorama dell'informazione, affrontare la questione della polarizzazione politica e la presa in considerazione di personalità indipendenti nella nomina del un nuovo difensore civico (Ombudsperson).

Secondo un documento redatto da diverse ong, la Georgia ha soddisfatto pienamente solo una di queste dodici priorità e ne ha soddisfatte in gran parte solo due, mentre nove punti rimangono problematici. Il governo georgiano ha poco tempo a disposizione, poiché la commissione europea pubblicherà una relazione sull'allargamento in autunno. Rikard Jozwiak, redattore dell'Ufficio europeo di "Radio Liberty", afferma che la Commissione europea raccomanderà di concedere alla Georgia lo status di candidato quest'anno.

L’Ue e la Nato, l’unica soluzione

Per la Georgia e la sua popolazione, lo status di candidato e l'adesione all'Ue e alla NATO non sono solo un desiderio, ma l'unica soluzione per la sicurezza del paese e dei suoi cittadini. Il 20 per cento del territorio georgiano è occupato dalla Russia, il che rappresenta una seria sfida alla sicurezza del paese.

Da quando è scoppiata la guerra totale in Ucraina, l'adesione del loro paese all'Ue e alla NATO ha acquisito un significato ancora più importante per i georgiani. A questo si aggiunge il fatto che, dopo la dichiarazione di indipendenza, la Georgia ha perseguito attivamente l'integrazione nell'Ue. Questo orientamento europeo è sancito dalla Costituzione georgiana, che sottolinea il percorso filo-occidentale del paese.


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