“Allarme arancione” per i lavoratori romeni e bulgari

Pubblicato il 19 Agosto 2013

In una lettera aperta pubblicata dall'Independent e De Volkskrant il ministro olandese del lavoro Lodewijk Asscher e il direttore del think tank britannico Demos David Goodhart avvisano l'Europa delle "conseguenze negative" dell'arrivo dei lavoratori dall'Europa centro-orientale. I due chiedono l'adozione di un "allarme arancione" come quello che nei Paesi Bassi indica quando i fiumi raggiungono il livello di guardia. Il primo gennaio 2014 in Germania, Regno Unito e Paesi Bassi saranno eliminate le ultime restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori romeni.

Asscher e Goodhart temono che questo possa provocare un "dumping salariale" a scapito dei lavoratori europei meno specializzati, mentre gli altri trarrebbero vantaggio dalla libera circolazione, e propongono l'adozione di sanzioni contro le imprese che sfruttano gli immigrati applicando le regole dei loro paesi d'origine. Secondo De Volkskrant questo riapre il dibattito sui contratti lavorativi a livello europeo.

In un Arnon Grunberg critica la mancanza di proposte concrete e di prove a sostegno della "nocività dell'immigrazione lavorativa" nella lettera di Asscher e Goodhart. Secondo Grunberg

l'immigrazione per motivi economici è certamente accompagnata da qualche abuso, per esempio alcuni lavoratori ricevono meno del salario minimo. Ma il fatto che qualcuno usa i trasporti pubblici senza biglietto non è un buon motivo per sopprimerli. La maggior parte degli economisti concorda da tempo sul fatto che il salario minimo non ha effetti positivi.

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