Membri della minoranza polacca sfilano a Vilnius per la festa della diaspora, 2 maggio 2008.

Alta tensione tra Varsavia e Vilnius

I rapporti tra i due vicini si stanno facendo sempre più difficili. Al centro della polemica c'è la questione dei diritti linguistici della minoranza polacca in Lituania, ma i motivi di rivalità sono ben più ampi e radicati.

Pubblicato il 4 Novembre 2010 alle 16:13
Sfu via Wikimedia Commons  | Membri della minoranza polacca sfilano a Vilnius per la festa della diaspora, 2 maggio 2008.

Come possiamo continuare a dire che negli ultimi vent'anni le relazioni tra Polonia e Lituania non sono mai state così buone, quando in realtà sembra che siano le più difficili all'interno dell'Unione europea? Che ne è stato della nostra alleanza strategica? Era solo una slogan che nascondeva una realtà molto diversa?

La questione centrale tra i due paesi riguarda le condizioni e i diritti dei 250mila polacchi che vivono in Lituania, che con il 6,74 per cento rappresentano il più grande gruppo etnico minoritario del paese insieme ai russi (6,31 per cento). Recentemente il ministero degli affari esteri lituano ha convocato l'ambasciatore polacco per lamentarsi delle dichiarazioni rilasciate dai politici di Varsavia, accusati da Vilnius di "diffondere informazioni false" a proposito delle condizioni della minoranza.

I polacchi di Lituania, molti dei quali vi risiedono dal sedicesimo secolo, sono stati anch'essi presi di mira. Un importante membro della Seimas (il parlamento lituano) ha dichiarato che "se i polacchi non vogliono integrarsi con la cultura e lo stile di vita lituano sono liberi di tornarsene nel loro paese d'origine".

Sono solo gli ultimi segnali in un quadro complessivo che lascia intendere come le relazioni con il nostro vicino, membro dell'Ue e della Nato, siano problematiche quanto quelle con la Russia. Le tensioni tra i nostri due paesi vertono sulla lituanizzazione forzata dei nomi polacchi e sulla restituzione dei possedimenti polacchi confiscati ai tempi dell'occupazione sovietica.

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Di tanto in tanto i politici lituani vengono in Polonia a recitare la parte. Sorridono alle telecamere, stringono mani e confermano le "relazioni speciali" tra le due nazioni. Ma ogni volta, quando i flash si spengono, la questione ortografica rimane irrisolta. A volte l'esito negativo dei colloqui è annunciato addirittura prima della visita, altre volte mentre i negoziati sono ancora in corso. I motivi sono sempre futili. Dettagli tecnici. Addirittura le dimensioni dei caratteri.

C'è stato un tempo in cui ci chiedevamo perplessi come mai la Lituania non avesse ancora firmato la Carta europea per le lingue regionali e minoritarie, ratificata da 24 paesi inclusa la Polonia. Poi però abbiamo capito come stavano le cose, quando nel novembre del 2009 i lituani hanno scoperto le carte e la Corte costituzionale di Vilnius si è pronunciata contro l'ortografia polacca dei nomi.

Allo stesso modo ci siamo illusi per troppo tempo che la Lituania avrebbe risolto il problema della restituzione delle terre alla minoranza polacca. Nonostante la legge lituana del 1997 sulla privatizzazione, i polacchi residenti a Vilnius e nei dintorni della capitale si trovano a dover affrontare giganteschi ostacoli burocratici per recuperare il patrimonio espropriato. I titoli antecedenti alla guerra attestati negli archivi polacchi non vengono riconosciuti, e di conseguenza le proprietà vengono assegnate ai lituani mentre i legittimi proprietari polacchi annegano nel limbo burocratico.

Il russo fa figo, il polacco no

Nonostante le questioni in sospeso, però, i politici lituani amano dire che il loro paese fornisce un eccezionale sistema scolastico polacco per la minoranza. Ma a tal proposito bisogna fare chiarezza e riconoscere che il governo di Vilnius non ha nessun motivo di arrogarsi il merito per le scuole. La Lituania ha infatti ereditato la rete di scuole in lingua polacca dall'era sovietica, e in più Vilnius sta facendo del suo meglio per ridurne il numero e incanalare i bambini polacchi nelle scuole lituane.

Il governo lituano chiude le scuole polacche adducendo motivi finanziari, ma allo stesso tempo costruisce scuole lituane equipaggiate con piscine e palestre all'avanguardia proprio nelle regioni dove i cittadini di etnia polacca rappresentano la grande maggioranza della popolazione.

È difficile ignorare il fatto che i politici lituani hanno una fobia per la lingua polacca. A sentir loro è un aspetto della psicologia nazionale, parte del complesso di una piccola nazione decisa a proteggere la propria identità. Però quando si tratta dei russi questa sensibilità tutta particolare sparisce di colpo. La tv via cavo lituana trasmette decine di stazioni russe. La radio lituana passa le canzoni russe e i giovani lituani condiscono le loro conversazioni con parole russe, perché "fa figo", o meglio, è "zdorovo".

Secondo l'analista lituano Vytautas Radžvilas, Vilnius è destinata a ricadere nella sfera d'influenza russa anche se formalmente rimarrà un membro della Nato e dell'Unione europea, e nonostante tutte le dichiarazioni in cui il governo lituano ricorda la partnership strategica con la Polonia.

Per molto tempo ci siamo riempiti la bocca con la nostra storia comune e con la Confederazione polacco-lituana tra il 1569 e il 1795. Ma dove noi vedevamo luce, i politici lituani vedevano il buio. Dopo quasi vent'anni di relazioni diplomatiche il patriottismo lituano è ancora basato su un sentimento anti-polacco. L'élite politica polacca ha preso amaramente coscienza che l'alleanza con la Lituania è in realtà piena di false promesse, voltafaccia e manipolazioni. Una cosa è certa: ci vorrà molto tempo prima che il nostro vicino possa riconquistare la nostra fiducia. (traduzione di Andrea Sparacino)

Sondaggio

Ai lituani non piace polacco

Secondo il sondaggio effettuato del sito lituano Lietuvos Rytas, il 50 per cento dei lituani è convinto che garantire alla minoranza polacca il diritto a usare il proprio alfabeto nell'ortografia dei nomi porterebbe soltanto un allentamento temporaneo delle tensioni tra i due paesi, perché "i polacchi inventerebbero presto nuovi motivi per litigare con la Lituania". Circa il 23 per cento degli intervistati sostiene invece che l'accettazione dell'ortografia polacca "porrebbe le basi per la distruzione della lingua lituana". Soltanto il 24 per cento si dichiara d'accordo con l'eventuale modifica. Le relazioni tra i due paesi sono complicate anche dal conflitto sulla raffineria di Mažeikiai, la cui quota di maggioranza è detenuta dalla polacca PKN Orlen. "L'acquisizione di Mažeikiai (nel 2006) non è stata solo una decisione economica ma anche politica, per aiutare la Lituania a liberarsi dalla dipendenza dalla Russia", scrive Rzeczpospolita. Ma dopo l'acquisizione la vita degli investitori polacchi si è complicata parecchio: prima la Russia ha tagliato alla raffineria l'accesso all'"oleodotto dell'amicizia", poi gli impianti chiave di Mažeikiai sono stati distrutti da un incendio e infine il governo lituano ha smantellato parte della linea ferroviaria in direzione della Lettonia, aumentando così la distanza che i prodotti della raffineria devono percorrere per raggiungere il mercato.

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